Machu Picchu

Machu Picchu – La città perduta

Machu Picchu , che in lingua Quechua significa “Vecchia Vetta“, è un sito archeologico Inca situato in Perù, a circa 2430 metri sul livello del mare.

I resti di questa antica e affascinante città perduta sono ormai nell’immaginario collettivo di noi tutti, dovuto anche al fatto della sua recentissima scoperta che risale, infatti, al 24 luglio 1911. L’esploratore statunitense Hiram Bingham, ne scoprì le prime rovine nascoste tra la giungla della Valle dell’Urubamba, grazie alla segnalazione di un contadino di nome Melchor Arteaga.

Molte sono le leggende che si raccontano su questa città. Le sue mura, la sua imponenza e la sua impressionante vista che si ha sulla valle sottostante ne hanno fatto uno dei siti archeologici più visitati ed amati. Machu Picchu è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, e nel 2007 è stata identificata come una delle Sette meraviglie del mondo moderno.

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Le rovine di questa città sono in buonissime condizioni. Fatto che ha permesso di effettuare numerosi studi sui modi di vita e sulle abilità costruttive delle popolazioni che abitavano qui, principalmente Incas. Queste condizioni sono dovute al fatto che questa città rimase sconosciuta ai conquistadores spagnoli e si salvò quindi da razzie e distruzioni varie.

Dalle ricostruzioni storiche sembrerebbe che questa città sia stata costruita per volere dell’imperatore Inca Pachacuti (1438-1472), ma molti ne fanno risalire le origini molto più precedentemente. Dall’architettura si evince facilmente che questo luogo ebbe principalmente uno scopo sacro e religioso. Nonostante questo la città fu abbandonata prima dell’arrivo degli spagnoli e le cause rimangono ancora ignote.

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I numerosi terrazzamenti presenti sia all’interno della città di Machu Picchu che nei pendii circostanti dimostrano la grandissima abilità di queste popolazioni di adattarsi anche a territori estremi come quelli che possono essere degli alti pendii. Infatti questi terrazzamenti erano una comune tecnica per poter sfruttare al massimo il territorio per la coltivazione intensiva, principalmente di mais, ma anche di patate. Inoltre anche l’allevamento del lama forniva tutti i beni necessari per il sostentamento della popolazione, che doveva aggirarsi tra i  300 ed i 1000 individui.

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Alla base del pendio che porta a Machu Picchu è presente Aguas Calientes un piccolo paese che si è sviluppato grazie al turismo presente quasi tutti i periodi dell’anno e proveniente da tutto il mondo. Questo paese non ha strade che lo colleghino ad altre località o città del Perù, ma l’unica via di comunicazione con il resto del mondo è la stazione di Puente Ruinas. Quindi l’unico modo per raggiungere Machu Pichu è prendere un treno da Cuzco che impiega circa 3 ore. Oppure si può far uso dell’elicottero (30 minuti). Dal paese di Aguas Caliente si raggiunge la città di Machu Picchu attraverso una strada che risale via via il pendio.

 

Storicamente invece Machu Picchu era accessibile attraverso diversi sentieri abbastanza impervi. Spesso erano presenti dei fossi con dei pali di legno per fare da passaggio, che venivano rimossi in caso di difesa, interrompendo così le vie di comunicazione con la città.

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La città di Machu Picchu è inoltre caratterizzata dalle tantissime costruzioni in pietra che la compongono di cui la natura e lo scopo di molte di esse sono ancora oggi un mistero. Sta di fatto che comunque salta immediatamente all’occhio la grandissima abilità ingegneristica e costruttiva di queste popolazioni e la loro capacità non solo nel lavorare la pietra, ma anche nell’interpretarla.

Dal punto di vista urbanistico risalta immediatamente il sistema di drenaggio. Data la grande piovosità di questi luoghi chi ha costruito questa città ha dovuto per prima cosa escogitare delle soluzioni architettoniche che permettessero di drenare le abbondanti piogge che si riversavano sulla città. Sono stati contati circa 129 canali di drenaggio che si estendono per tutta la città. L’acqua veniva poi raccolta in un unico canale chiamato “foso” ed utilizzata per le coltivazioni.

Per quanto riguarda gli edifici, molti di essi sono stati costruiti seguendo dei criteri astronomici. Gli Inca erano molto attenti all’oritentamento del Sole, della luna e delle stelle e le loro avanzate conoscenze astronomiche venivano utilizzate per la costruzione degli edifici, specialmente quelli ad uso sacro.

Per quanto riguarda invece le abitazioni, più semplici e di facile interpretazione, hanno una base a struttura rettangolare. Fatte principalmente di pietra levigata (per abrasione con sabbia) presentano un elevato numero di aperture alle pareti tra porte e finestre.

Comunque la costruzione di tutti gli edifici, sacri o no, risulta effettuata utilizzando due diverse tecniche. La prima fa uso di pietre di dimensioni grandi, finemente lavorate e levigate con forme di prismi rettangolari o poligonali a volte anche di geometria complessa. L’unione di questi blocchi di pietra risulta perfetto (nonostante la loro geometria non così regolare) e non fa uso di malta o connessioni di ferro o bronzo. L’altra tecnica invece utilizza blocchi di pietra regolare combinata con malta di fango. Generalmente la prima tecnica occupa gli strati inferiori degli edifici, la seconda gli strati superiori.

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