Tra i principali esponenti dell’espressionismo Camille Pissarro è forse quello che ha di più rappresentato la corrente dell’Impressionismo, seguendo tutte le sue fasi di sviluppo, dagli albori con le prime bozze di sviluppo dello stile al giorno della prima mostra ufficiale dell’Impressionismo, dalla diffusione ed il successo di questo stile alla sua evoluzione con il neo-impressionismo. Pittore molto prolifico, nonostante la perdita di molte sue opere, ancora oggi possiamo ammirare moltissimi suo quadri in cui si può osservare lo sviluppo graduale di uno degli stili pittorici più amati da tutti.
La vita
Camille Pissarro, pittore francese, nacque nel 1830 sull’isola di Saint-Thomas (Antille) da padre francese e madre creola nativa delle Antille. Trascorse la sua infanzia su quest’isola, ma poi si trasferì molto presto (12 anni) a Parigi per cominciare gli studi. In questi primi anni di gioventù fu incoraggiato enormemente dai docenti a coltivare la sua profonda propensione all’arte, in particolare la pittura. Ma al ritorno sull’isola natale a 18 anni fu enormemente ostacolato dal padre, che su di lui aveva altri progetti.

L’amicizia che Camille ebbe in questi anni con il pittore danese Fritz Melbye giocò però un ruolo importante, convincendo il giovane pittore a dedicarsi interamente alla pittura. Per questo motivo abbandonò l’isola natale per spostarsi in Venezuela, con il progetto di guadagnarsi un viaggio per l’Europa con i soldi guadagnati dalla pittura.

Pissarro riuscì nella sua impresa e finalmente nel 1855 si trasferì a Parigi. Qui si trovò completamente travolto dall’enorme fervore artistico che esplose a Parigi proprio in quegli anni. Cominciò a frequentare l’École des Beaux-Arts e l’Académie Suisse, trovandole però troppo poco stimolanti e rigide negli schemi educativi e di giudizio delle opere d’arte. Comunque trovò altri artisti che la pensavano come lui, personaggi come Monet e Cézanne, che ben presto sarebbero diventati come lui i più grandi esponenti della pittura del 1800.

Con questi due pittori, ed in misura minore con altri esponenti delle nuove correnti pittoriche parigine, ebbe modo di sviluppare uno stile, scambiarsi idee ed influenzarsi a vicenda. I numerosi contatti, la condivisione di idee e la passione per la pittura portò ad una grande amicizia tra Pissarro e Cézanne.

Lo scoppio della guerra tra la Francia e la Prussia nel 1870 costrinse il pittore a lasciare Parigi con tutte le sue opere e rifugiarsi in un sobborgo vicino Londra, in Inghilterra. Al suo ritorno, nell’anno seguente fu grande lo sconforto nel trovare che la maggior parte dei suoi dipinti (circa 1500), frutto di oltre 20 anni di attività, fossero stati distrutti dalle milizie prussiane, durante l’assedio a Parigi. Comunque nonostante la grande perdita, Pissarro continuò la sua attività lasciandoci come testimonianza moltissime altre opere che ancora oggi possiamo ammirare.

Gli ultimi anni della sua vita furono segnati da una malattia alla vista che rese difficoltosa la sua attività di pittore, senza però scoraggiarlo. Morì a Parigini nel 1903.
Gli stili
I primi anni della sua attività videro principalmente la realizzazione di quadri i cui soggetti rappresentavano i dintorni di Parigi. La tecnica è compositiva e strutturata con un forte uso di colori vivaci, con un tratto particolare dovuto spesso all’uso della spatola.

Al ritorno a Parigi dopo la fine della guerra franco-prussiana, lo stile di Pissarro fu incluso in quello che all’epoca veniva chiamato scuola di Pontoise, a cui appartenevano anche i suoi amici come Cézanne, Guillaumin e Gaugin. Questo gruppo giocò un ruolo importantissimo nella prima mostra degli impressionisti avvenuta nel 1874. In questi anni mantenette il suo stile geometrico e strutturato anche se la tecnica era molto più raffinata e leggera.

Nel 1885 seguì la corrente neo-impressionista che utilizzava la tecnica divisionista e la ricerca di un’unità compositiva attraverso l’abbinamento studiato dei colori.

Negli ultimi anni, costretto per i problemi alla vista, il pittore cercò come soggetti dei suoi quadri le visuali catturate dalle finestre, portando le sue opere ad assumere una particolare “vista dall’alto”.