Eugene Delacroix - Ingresso dei crociati a Costantinopoli (1840)

Eugène Delacroix ed il suo Romanticismo francese

Dal punto di vista tecnico, lo stile di Delacroix si caratterizza per le sue espressive pennellate che giocano principalmente su effetti di colore rispetto che a definire i contorni netti e precisi tipici del neoclassico. Da questo prese poi ispirazione l’impressionismo che lo presero a modello durante lo sviluppo della loro tecnica. Per quanto riguarda invece i soggetti, sebbene non si scostò da raffigurazioni drammatiche e romantiche, introdusse nei suoi dipinti soggetti e tematiche esotiche, immaginari romantici di una realtà orientale. Anche questo fu in netto contrasto con le tematiche del neoclassico che raramente si distanziava nelle sue rappresentazioni da modelli ed ambientazioni greche e romane.

Eugene Delacroix - Giovane orfana al cimitero (1822)
Eugene Delacroix – Giovane orfana al cimitero (1822)

Delacroix nacque a Charenton, un sobborgo nei dintorni di Parigi, in un ambiente agiato, appartenendo difatti ad una famiglia dell’alta borghesia. Il padre Charles François era un politico francese mentre la madre apparteneva ad una famiglia di artigiani ebanisti benestanti. Non ebbe quindi mai problemi economici ed ebbe la possibilità di ampliare i suoi studi sia in ambito classico (di cui ne ritroveremo una forte influenza nei soggetti delle sue opere) sia in ambito artistico. Quest’ultimo fu soprattutto sollecitato da una forte predisposizione artistica al disegno che gli fece vincere numerosi premi già in giovane età. Finiti gli studi liceali, data la sua grande predisposizione, fu incoraggiato a continuare nella carriera pittorica entrando a far parte dell’accademia delle Belle Arti di Parigi, ed in particolare a iniziare un apprendistato diretto con Guérin, un famoso artista neoclassico del tempo.

Eugène Delacroix - Autoritratto (1837)
Eugène Delacroix – Autoritratto (1837)

In questo periodo mostrò immediatamente un’abnegazione delle forme artistiche neoclassiche, a lui troppo rigide e poco stimolanti, preferì invece sviluppare autonomamente un nuovo stile, spinto da un forte desiderio di esprimere con le sue opere gli ambienti romantici di molta letteratura a cui lui era affezionato, tra cui Dante, Goethe, Shakespeare, Byron e Walter Scott. Comunque il periodo di apprendimento neoclassico fu a lui fondamentale per acquisire tutte le tecniche base per sviluppare poi il suo particolare stile artistico.

Eugene Delacroix - La barca di Dante (1822)
Eugene Delacroix – La barca di Dante (1822)

La sua abilità pittorica e la sua profonda dedizione lo portarono ad esibire una sua opera già in giovane età, partecipando al famoso Salon di Parigi del 1822 con l’opera La Barca di Dante. Comunque il suo stile innovativo non fu ben compreso da molti, ormai legati fortemente allo stile neoclassico, e non furono quindi poche le critiche a questa sua opera.

Eugene Delacroix - La libertà che guida il popolo (1830)
Eugene Delacroix – La libertà che guida il popolo (1830)

I suoi gusti e le sue rappresentazioni pittoriche lo portarono ad entrare in contatto con numerosi esponenti romantici dell’epoca come Victor Hugo, Alexandre Dumas e Stendhal. In particolare entrò a far parte del circolo del poeta Victor Hugo, anche se presto entrò in disaccordo con esso. Nel 1830 realizzò uno dei suoi massimi capolavori, La Libertà che Guida il Popolo, una delle opere più rappresentative del Romanticismo francese in cui viene rappresentato lo spirito ribelle dei parigini esaltato dalla bandiera tricolore che marciano insieme alla libertà, qui rappresentata da una donna a seno scoperto.

Eugene Delacroix - Donne di Algeri nei loro appartamenti (1834)
Eugene Delacroix – Donne di Algeri nei loro appartamenti (1834)

Per tutta la sua vita Delacroix fu profondamente affascinato dalla cultura orientale, in particolare per quegli ambienti a lui esotici e così lontani dalla vità parigina. Nel 1832, approfittando di una missione diplomatica francese, Delacroix si unì al gruppo avendo così l’opportunità di visitare personalmente molti luoghi della costa nordafricana. Ebbe modo così di visitare Tangeri, Meknès ed Algeri, dove ritrovò il fascino e la bellezza nei luoghi e nelle ambientazioni che da sempre si era immaginato. Durante queste visite riuscì ad intrufolarsi in un harem, un luogo proibito agli estranei, rubando con gli occhi le immagini di tali ambientazioni, tanto da ritrovarle nell’opera Le Donne di Algeri nei loro Appartamenti (1834). Quest’opera come molte altre eseguite successivamente, furono ricostruite dai numerosi schizzi, acquerelli e appunti che eseguì durante questo soggiorno, rubando immagini a più non posso da tutto ciò che lo circondava.

Eugene Delacroix - Le ultime parole dell'imperatore Marco Aurelio (1844)
Eugene Delacroix – Le ultime parole dell’imperatore Marco Aurelio (1844)

Una volta raggiunta la fama, Delacroix cominciò a ricevere numerose commissioni, cominciando a realizzare opere di grandi dimensioni, richieste per decorare le sale di importanti edifici pubblici e religiosi. Questo lavoro lo esaltò moltissimo, dato che lo fece sentire come il prosegutore di artisti come Tintoretto e Veronese, che lui tra l’altro aveva sempre ammirato dalle opere trafugate da Napoleone durante il passaggio in Italia.

Eugène Delacroix - Il rapimento di Rebecca (1846)
Eugène Delacroix – Il rapimento di Rebecca (1846)

Non si lasciò quindi sfuggire nessuna occasione lavorando in maniera continua ed estenuante, tanto che la salute cominciò a declinare. Comunque lo spirito espressivo di Delacroix non diminuì mai e anche se negli ultimi anni dovette riposarsi per lunghi periodo in campagna, continuò a creare numerose opere.
Nel 1863 Delacroix morì a Parigi, pochi anni prima della nascita dell’impressionismo, i cui primi esponenti furono grandi ammiratori delle sue opere e trassero da esse alcuni spunti per la loro tecnica pittorica.