Tra gli artisti italiani che frequentarono il circolo dei macchiaioli, anche se non ben inquadrabile in questo stile, quello che ha ottenuto più successo a livello internazionale è certamente Giuseppe De Nittis, specialmente a Parigi, dove proprio in quegli anni stava fiorendo l’impressionismo. Un artista che non si identificò mai appieno con il realismo, i macchiaioli o l’impressionismo, bensì ne incorporò i caratteri creando uno stile pressoché unico.

La vita di Giuseppe De Nittis
Giuseppe De Nittis, barlettano di nascita, dopo essere stato espulso dai corsi di studio all’Istituto di Belle Arti di Napoli, insofferente alle restrittive regole accademiche, entrò a far parte della Scuola di Resina, un gruppo di artisti meridionali che si rifacevano al realismo. Successivamente si trasferì a Firenze, dove grazie alle pitture en plen air, divenne noto ed apprezzato nel circolo dei macchiaioli.

Comunque De Nittis era un artista ambizioso ed anche la città artistica italiana per eccellenza come Firenze cominciò presto ad andargli stretta. Si trasferì quindi nel 1868 a Parigi, la città che allora era la meta di tutti gli artisti più dotati d’Europa.

Tale era la sua ambizione, ma anche il suo spiccato talento artistico, che divenne presto noto anche a Parigi, e trasformò la sua casa in un luogo d’incontro per artisti, intellettuale e soprattutto collezionisti d’arte. Naturalmente in quegli anni stava nascendo un nuovo stile rivoluzionario, identificato poi come impressionismo. Nel 1874 De Nittis espose alcune sue opere insieme agli impressionisti, ma non fu mai convinto di quello stile artistico, tanto da identificarsi con questo stile.

Fu proprio in risposta allo stile impressionista che un artista come De Nittis, poco incline ad essere inquadrato in uno specifico stile artistico, cominciò a realizzare opere in pastello. Con questa modalità, realizzò opere di grande successo, come per esempio, Le corse al Bois de Boulogne del 1881.

Il passaggio dalla pittura ad olio al pastello, fu in gran parte motivata da esigenze stilistiche. Infatti i nuovi stili di pittura richiedevano contrasti di luce e di colore piuttosto marcati, con nuove forme di tratto. L’impressionismo conservò le caratteristiche della pittura ad olio a discapito della componente disegnativa. In Italia, dove l’impressionismo non trovò mai grande seguito, e dove il realismo era ancora forte, i gusti rimanevano fortemente legati alla componente disegnativa, e non c’era niente di meglio dei tratti a pastello per esprimerli con innovazione.

Il momento in cui Giuseppe De Nittis raggiunse l’apice del successo fu l’Esposizione Universale del 1878, dove venne acclamato come uno tra i migliori “pittori della vita elegante” e fu persino insignito della Legion d’Onore. Tra le opere esposte vi era Westminster (1878).
De Nittis ed il suo stile
Lo stile e le opere di De Nittis rimasero, volutamente, sempre poco inquadrabili stilisticamente. In tutte le sue opere si ritrovano le caratteristiche base del realismo sviluppate nella sua giovinezza durante la Scuola di Resina, fondata a Napoli insieme ad altri artisti come Adriano Cecioni. Ma successivamente altri elementi stilistici furono introdotti nelle sue opere: dapprima lo stile dei macchiaioli acquisito nel suo periodo di soggiorno a Firenze, e poi quello degli impressionisti durante il resto della sua vita a Parigi.

Nonostante tutte queste affinità stilistiche, De Nittis preferì sempre discostarsi da qualsiasi identificazione e rimanere indipendente sia come stile che come contenuti.

Riguardo al suo particolare stile interpretativo, le opere di De Nittis sono spesso delle composizioni di soggetti, che riempiono la scena ritratta dando un senso di completezza. L’artista raffigura sempre diversi soggetti ciascuno con un diverso stato d’animo, che insieme agli abiti e agli atteggiamenti ritraeva con maestria la classe benestante dell’epoca.