In Russia, nell’ultimo ventennio dell’Ottocento, si sviluppò un movimento artistico che si definì dei Pittori Erranti (Peredvizhniki), a cui parteciparono anche scultori, scrittori e compositori. Tra i principali esponenti di questo movimento vi è il pittore Il’ja Efimovič Repin, che con il suo particolare stile ha molto influenzato l’arte russa. In particolare, le sue opere si distinguono per il contrasto che si riscontra tra l’uso di una tavolozza cromatica vivace e brillante e il malinconico e tragico realismo dei soggetti rappresentati.

Il pittore Il’ja Repin nacque a Čuguev nel 1844 nell’odierna Ucraina. Figlio di un ufficiale militare, Repin mostrò immediatamente la sua indole artistica, iniziando già da ragazzo un periodo di apprendistato da Burakov, un pittore di icone religiose. Verso i 20 anni si trasferì a San Pietroburgo per frequentare l’Accademia delle Belle Arti. Grazie al suo talento e alla sua abilità, riuscì a guadagnarsi nel periodo di studio diverse borse di studio, il quale gli permisero di completare gli studi accademici nonostante le sue modeste condizioni economiche. Basti pensare all’opera Studenti che si preparano ad un esame all’Accademia delle Arti (1864), fatto a 20 anni che gli fece vincere dei premi, già al primo anno di accademia.

Appena terminati gli studi, nel periodo tra il 1870 ed il 1873, il pittore realizzò una serie di opere ispirate al realismo, dove nei soggetti rappresentati erano fortemente evidenziati gli aspetti della miseria e della sofferenza di molte categorie sociali. Per esempio ne I battellieri del Volga (1870-73) si ha la rappresentazione della fatica e della sofferenza fisica dei battellieri, nell’atto di spingere con una corda cinta sul petto, battelli di peso enorme.

Nel 1873, Repin decise di trasferirsi a Parigi, capitale artistica dell’epoca, spinto da quelle innovazioni artistiche che stavano nascendo in quella città. Dagli impressionisti ereditò il modo di interpretare i colori, rendendoli vivaci e luminosi. Questo aspetto contraddistinguerà il suo stile pittorico, ritrovandolo in tutte le sue opere artistiche. Per esempio nella sua opera Ragazza che legge (1876) ritroviamo uno splendido esempio di come siano fortemente mutata la sua tavolozza cromatica, creando opere luminose e vivaci.

Nonostante il soggiorno a Parigi e le influenze dovute al contatto con gli impressionisti, Repin non si discostò mai dai dal realismo, più consono alla mentalità e ai gusti russi dell’epoca. Proprio per questo motivo, i soggetti rappresentati nei suoi quadri, catturarono l’attenzione dei membri di un movimento artistico, Peredvizhniki (The Wanderers in inglese o gli Erranti in italiano) fondato a San Pietroburgo proprio in quegli anni. Riconoscendolo come appartenente al loro ideale “realistico, patriottico, politicamente coinvolto” venne pian piano coinvolto nella loro attività, fino a farlo divenire un membro del movimento.

Nel 1876 ritornò in Russia, in gran parte grazie a molti membri del movimento che lo introdussero nell’ambiente artistico di Mosca, dove ebbe modo di conoscere famosissimi scultori, pittori, scrittori e compositori russi, tra cui il grande Tolstoj. Molte delle opere di Repin sono dei ritratti, di cui gran parte raffigurano i volti di molti degli artisti conosciuti in questo periodi e altri personaggi illustri dell’epoca. Tra le sue opere ritroviamo ritratti di Moussorgsky, Rubinstein, Borodin e lo stesso Tolstoj, presente in molte opere diverse.

Le sue opere ebbero così successo e furono apprezzate non solo dal pubblico, ma anche dai colleghi, tanto che nel 1894 divenne professore all’Accademia delle Arti. Nel 1895 fu invitato a pitturare un ritratto dell’imperatore Nicola II e della principessa Maria.

Il 1900 segnò una svolta nella sua carriera artistica. Acquistò in quegli anni una casa nel villaggio di Kuokkale in Finlandia, nel territorio confinante con la Russia, a circa un’ora di treno da San Pietroburgo. Il luogo appartato, immerso nella natura ed in aperta campagna, gli permise di vivere una vita appartata con la sua famiglia, e allo stesso tempo di non allontanarsi troppo dai suoi impegni professionali.

Con l’avvento della Prima guerra Mondiale, purtroppo iniziarono tutta una serie di problematiche che sconvolsero la vita dell’artista. Nel 1914 sua moglie si ammalò di tubercolosi e morì poco dopo. Poi ci fu la rivoluzione russa bolscevica che pose fine a tutto il suo “mondo artistico”. Le attività artistiche a San Pietroburgo cessarono e tutti i suoi contatti che fino a quel momento aveva interlacciato si dispersero nelle oscure vicende dell’epoca. Molti suo colleghi fuggirono all’estero. Anche Repin decise di rimanere al sicuro in Finlandia dove rimase fino al termine della sua vita nel 1930.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, le cose erano cambiate ed i personaggi come Repin furono riscoperti e valorizzati. Il territorio della Finlandia confinante con San Pietroburgo, divenuta Stalingrado, furono annessi all’Unione Sovietica. Il villaggio di Kokkuala che faceva parte di questo territorio e che aveva dato i natali al grande artista, fu rinominato Repino in suo onore.