Nel 1884 nasceva a Lipsia il futuro e brillante pittore Max Beckmann. Le sue opere sono il frutto degli anni travagliati che visse la Germania nella prima metà del Novecento. Le sue rappresentazioni pittoriche raffigurano infatti la condizione umana dell’era moderna, spesso in modo drammatico.

Max Beckmann
Max Beckmann completò gli studi artistici all’Accademia d’arte di Weimar, e dopo alcuni viaggi in Europa, si unì al gruppo artistico chiamato Secessione a lui affine. Questo movimento di giovani artisti, guidato da Max Liebman, nacque per dissociazione agli stili artistici tedeschi dell’epoca. Qui Max Beckmann trovò una solida base ed i giusti mezzi per consolidare il suo stile iniziale, e vi rimase fino al 1915, a causa della Prima Guerra Mondiale.

In quegli anni prestò servizio come medico di guerra, ma gli orrori a cui dovette assistere, lo portarono presto ad essere dimesso per esaurimento nervoso. Le esperienze maturate sul fronte non fecero altro che accentuare l’espressivo realismo dei soggetti ritratti nelle sue pitture.

Così l’artista, per affinità artistiche e soprattutto per i soggetti da lui scelti, entrò presto a far parte della corrente dell’espressionismo. E’ in questo periodo che l’artista sviluppo quel suo peculiare stile, caratterizzato da tratti netti, decisi che raffigurano i soggetti in prospettive distorte. I soggetti vengono ad assumere così posizioni contorte, quasi claustrofobiche, riempiendo totalmente l’area del quadro.

Con l’avvento del Nazismo nel 1933, però Beckmann si trovò in una situazione pericolosa, dato che questi considerarono le sue opere come “pittura degenerata” e quindi si vide costretto a fuggire in Olanda, ad Amsterdam nel 1937.

Un aspetto peculiare dell’artista fu quello di realizzare molti autoritratti. Infatti nessun artista moderno si è ritratto così spesso nella sua vita quanto lui. Il suo modo di vedersi cambia in ogni autoritratto dove i suoi aspetti psicologici e gli stati d’animo del momento vengono spesso ritratti simbolicamente.

Solo negli ultimi anni della sua vita, l’artista sembrerebbe rilassarsi leggermente, scegliendo soggetti più consueti e tranquilli per le sue opere. Scenari cittadini, nature morte e ritratti diventano i suoi soggetti da dipingere. Passata la Seconda Guerra Mondiale si trasferì a New York nel 1948 dove dopo soli 2 anni morì.