Silvestro Lega, insieme a Signorini e Fattori, può essere considerato uno trai maggiori esponenti del movimento dei macchiaioli, sorto in Toscana nella seconda metà dell’Ottocento. Il suo talento e la sua lunga evoluzione hanno portato l’artista a sviluppare un suo stile particolare, spesso però in contrasto con i suoi colleghi macchiaioli. Infatti nei suoi quadri conservò gli aspetti romantici e pacati tipici dell’arte romantica dell’inizio Ottocento, pur evolvendosi in uno stile innovativo come quello della macchia.

La Vita di Silvestro Lega
Nato nel 1825 da una famiglia mediamente abbiente, Silvestro Lega fu incoraggiato agli studi artistici dai numerosi scarabocchi che egli faceva su pezzi di carta e sui muri durante le svolgiate ore di lezione a scuola. Ritenuto un ragazzo di talento nell’arte pittorica, fu consigliato al padre di passare a studi più adatti alla sua indole..

Fu così che a soli 17 anni si trasferì dal piccolo paese di Modigliana nel Forlese a Firenze, spinto dalle grandi opportunità artistiche che la città offriva a quei tempi. Andò ad abitare dal fratellastro Giovanni (Silvestro era infatti figlio di secondo letto) che in quei tempi era un copista dei maestri antichi, cioè un pittore socialmente riconosciuto.

Nel 1845 si iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove all’inizio trovò un ambiente stimolante e divenne così un apprendista brillante e dotato. Ma con il maturare degli studio, Silvestro Lega cominciò a trovare l’arte accademica sterile e poco stimolante. Decise quindi di abbandonare i corsi dell’Accademia e a lasciare l’appartamento del fratellastro, spinto anche dal peggioramento del rapporto che si era instaurato tra i due.

Passò quindi a studiare nella scuola privata del famoso pittore Luigi Mussini, dove il livello di pittura era superiore e poteva trovare stimoli ad un suo miglioramento tecnico. In quegli anni di gioventù, Silvestro Lega fu coinvolto dal fermento rivoluzionario di quel periodo e si ritrovò così a combattere nei moti rivoluzionari del ’48, abbandonando temporaneamente i suoi studi pittorici.

Dopo il fallimento delle rivolte rivoluzionarie, Silvestro Lega riprese la sua carriera artistica, frequentando questa volta lo studio del pittore Antonio Ciseri di cui ne rimase un infervorato ammiratore per tutta la sua vita. Ed è proprio in quegli anni che cominciò a frequentare il caffè Michelangelo, luogo d’incontro di tutti gli artisti dell’epoca e sede del movimento dei macchiaioli.

Purtroppo in quegli anni, lo stato d’animo e l’esperienza accademica del pittore lo posero in un certo contrasto con l’ambiente allegro e leggero degli altri colleghi che frequentavano il noto caffè. Da una parte con il suo modo serioso di trattare gli argomenti artistici, Silvestro Lega trovava futile e inconcludente quello stile di vita ribelle, quasi fanciullesco, dall’altro si risentiva dello slancio artistico ed innovativo delle loro opere che facevano apparire il suo stile “stanco”.

Questa crisi portò Lega a lasciare Firenze e a ritornare nel suo luogo nativo Modigliana. Qui cominciò a pitturare in completa solitudine, ricercando in se stesso la forza e la fiducia artistica. E’ in questi canni che Silvestro Lega realizzò il Ritratto del fratello Ettore.

Il periodo dei Macchiaioli
Nel 1959 partecipò come artigliere alla Seconda Guerra d’Indipendenza. Rientrato dal fronte, tornò a Firenze più maturo e cambiato internamente, tanto da ricominciare a frequentare il Caffè Michelangelo. Riallacciò i rapporti con i giovani pittori che frequentavano il locale, in particolare con i macchiaioli.

Lo scambio di idee, i nuovi stili e la stimolante compagnia portarono Silvestro Lega a fare un salto artistico enorme. Le sue opere cominciarono ad essere vendute ed apprezzate dal pubblico. Tra cui troviamo anche alcune delle sue opere più famose, come il Ritorno dei bersaglieri italiani da una ricognizione (1861).

Ma la scoperta della pratica della pittura en plain air portò l’artista a maturare profondamente i soggetti delle sue pitture, il suo stile ed il suo modo di concepire l’arte. Questa nuova pratica portò anche l’artista a conoscere Virginia Battelli, a cui si legò affettivamente.

Questi anni furono i più felici e produttivi fino al 1870, anno in cui, sia Virginia che il fratello Dante, morirono in giovane età. Silvestro Lega entrò in un periodo di profonda crisi e ci vollero molti anni per uscirne. Fu solo nel 1879 che l’artista ricominciò ad esporre le sue nuove opere.

Gli anni a venire furono sereni e tranquilli da ogni punto di vista. Eccetto che dal 1886, a causa della progressiva perdita della vista, i suoi dipinti cominciarono a perdere di contrasto e limpidezza, ma al tempo stesso acquistarono in drammaticità. Silvetro Lega morì a Firenze il 21 settembre del 1895, consumato dal cancro.

Lo stile di Silvestro Lega
Lo stile di Silvestro Lega è tra tutti i macchiaioli quello che risente di più dello stile neoclassico e manieristico date le sue precedenti basi accademiche. Il suo stile è infatti più chiaro e definito nei tratti, quasi “verista”, e l’evoluzione delle sue opere è andata “sciogliendosi” perdendo alcune caratteristiche ormai obsolete e conservando solo quelle che sapevano meglio adattarsi alle nuove innovazioni dello stile macchiaiolo.

Comunque la nota comune del pittore è la sua scelta di soggetti pacati, immersi in atmosfere poetiche, con le loro particolari pose assunte, tranquille e rilassate. Grazie a queste particolari caratteristiche, nonostante le sue basi accademiche e romantiche, Silvestro Lega piò essere considerato uno dei pittori macchiaioli più rappresentativi, offrendo un tratto distintivo a questo movimento.