La pittrice polacca Tamara de Lempicka anche se inquadrata nello stile Art Déco, sviluppò il suo stile artistico in gran parte autonomamente e spesso fu il suo stile di vita “da diva” ad accompagnare il successo delle sue opere. Rimane però una delle figure femminili artistiche più importanti della prima metà del Novecento e le sue opere rispecchiano appieno il gusto di una nobiltà “borghese” che fece ponte tra le due grandi guerre.

Nata a Varsavia, in Polonia, nel 1898, Maria Gurwik Gòrska (vero nome di Tamara) alla morte del padre, un ricco ebreo russo, si trasferì con il resto della famiglia a far da seguito alla nonna benestante. Ebbe così l’opportunità di viaggiare molto e di visitare l’Italia e le sue bellezze artistiche. A Parigi acquisì i primi rudimenti di pittura grazie a delle lezioni private ed il resto del tempo della sua infanzia lo passò in una scuola a Losanna in Svizzera, e in un prestigioso collegio polacco di Rydzyna. Questo percorso di studi fu sempre seguito e sovvenzionato dalla nonna. Alla sua morte però, de Lempicka si trasferisce a San Pietroburgo in Russia presso una zia.

Ormai una bella e avvenente giovane “da marito”, Tamara riuscì con vari sotterfugi ed una particolare astuzia che non le mancava, ad introdursi ad una festa privata e a far colpo sul facoltoso avvocato Tadeusz Lempicki. Riuscì nell’intento, tanto da sposarsi con lui nel 1916. Sebbene in un modo o nell’altro visse sempre immersa negli agi, la vita di Tamara non fu mai troppo stabile. Nel 1918 scoppiò la rivoluzione bolscevica e dopo l’arresto del marito, riuscì a liberarlo grazie alle sue numerose amicizie e a fuggire insieme a Parigi.

Non avendo più un patrimonio, Tamara adesso in povertà all’estero ma dotata di una grande istruzione, riuscì a trovare lavoro come disegnatrice di cappelli. Parigi era la capitale dell’arte, e spinta da nuovi stimoli di conoscenza, si iscrisse a diversi corsi di pittura, tra cui l’Académie de la Grand Chaumiere e l’Académie Ransom.

Durante questi studi e affascinata in modo particoalre dall’Art Déco, Tamara de Lempicka ebbe modo di realizzare molte opere pittoriche, altamente originali e di ottima qualità. Tutto questo nell’arco di pochissimi anni, tanto che già nel 1922 espose le sue opere al Salon d’Automne. Già alla sua prima mostra le sue opere furono molto apprezzate, tanto da diventare presto famosa come la ritrattista Tamara de Lempicka.

Negli anni parigini, Tamara entrò presto in un mondo agiato, composto da personaggi illustri e famosi e una assidua frequentatrice di feste tenute nelle case degli esponenti delle classi più abbienti. Amante del lusso, ebbe numerosi amanti, sia uomini che donne, e molti di più furono gli spasimanti alla continua ricerca della sua attenzione. Tra questi vi fu anche Gabriele d’Annunzio le cui avance furono sempre rifiutate.

Divorziò presto (nel 1928) dal primo marito caduto in disgrazia, e si sposò nel 1933 con il barone Raul Kuffnen de Diószegh. All’avvento della Seconda Guerra Mondiale, i due si trasferirono in California e poi successivamente a New York. Nonostante la vita agiata e mondana, Tamara non interruppe mai la sua attività artistica e molte furono le opere da lei prodotte.

Nel 1961, alla morte del sue secondo marito, si trasferì in Texas dove cambiò radicalmente il suo stile utilizzando la spatola. Abbandonò l’uso dei ritratti e si dedicò totalmente all’arte astratta. Tale modifica però non fu per niente apprezzata né dalla critica né dal suo pubblico, anche quello più affezionato. Tamara de Lempicka decisi quindi di non partecipare più alle mostre e si trasferì definitamente in Messico per trascorrere gli ultimi anni della sua vita.