La Mezquita è il cuore della citta di Cordova in Andalusia. Questa antichissima moschea di oltre 12 secoli di storia, esprime nella sua architettura quella che allora era il massimo dell’espressione culturale ed artistica del potere islamico nella penisola iberica. Molti modifiche si sono succedute nel tempo, come i secoli e le culture che si sono succedute nel tempo, ognuna di esse ha contribuito con le sue forme architettoniche creando quello che oggi è un capolavoro.
La stora della Mezquita – prima chiesa, poi moschea e poi infine cattedrale
Sulle rovine di una vecchia Chiesa visigota di San Vincenzo, Abd al Rahman I fece costruire questa moschea, nella sua forma originale, tra il 785 ed il 787 d.C. Nel X secolo Al Hakam II apportò alcune modifiche alla moschea, e aggiunse il Mihrab, un’elaborata nicchia di preghiera, ed la Maqsura cioè la loggia del califfo.

Con la conquista da parte degli spagnoli di Cordova, la moschea fu convertita al cristianesimo divenendo la nuova cattedrale della città. Furono effettuate alcune piccole modifiche, ma la struttura rimase pressochè quella originale. Fu solo nel XVI secolo, che con il volere di Carlo V, si decise di modificare la struttura.

All’interno fu quindi edificata una nuova cattedrale, integrandosi in modo interessante alle strutture architettoniche pre-esistenti. Le parti moderne si possono riconoscere dal loro stile gotico, rinascimentale e barocco.
Visitando la Mezquita

La Torre del Alminar è un campanile edificato insieme alla cattedrale durante il XVI secolo dai sovrani di Spagna. Alto ben 95 metri ha sostituito nella struttura della Mezquita il vecchio minareto. E’ possibile salire fino in cima alla struttura da cui si può ammirare la città di Cordova dall’alto, ed ammirare le colline del territorio circostante.

La Mezquita è un’enorme struttura rettangolare, circondata da mura merlettate al cui interno vi sono moltissimi edifici ed alcuni spazi aperti per far accedere luce e aria. Anticamente vi erano moltissime porte distribuite regolarmente ai quattro lati della struttura, ancora oggi visibili. Ma l’ingresso principale alla moschea era costituito da 3 diverse porte, Puerta del Espíritu Santo, Postigo del Palacio e Puerta de San Ildefonso.

Oggi però l’accesso è unico e si fa attraverso la Puerta de los Deanes che invece di accedere direttamente al cuore della struttura, porta al Patio del los Naranjos, un ampio spazio all’aria aperta in cui crescono numerosissimi aranci. Una volta in questo cortile, i fedeli compivano le loro abluzioni rituali prima di poter accedere direttamente alla moschea.

Il Mihrab, voluto dal califfo Al Hakam II, è una nicchia destinata alla preghiera in cui vi era custodita una copia del Corano particolarmente preziosa poichè arricchita di oro e gioielli.

La porta alla nicchia ha una forma davvero particolare e le decorazioni sono meravigliose.

Vicino al Mihrab vi è un’altra grande meraviglia, la Maqsura, una sorta di cappella musulmana dove il califfo stava in piedi durante le preghiere pubbliche. Generalmente veniva destinata a contenere il sepolcro di un santo. Una volta entrati in questo ambiente, certamente quello che stupisce è il soffitto. Decorazioni dorate rendono questa parte un capolavoro dell’arte araba antica perfettamente conservato fino ai giorni nostri.

Ma la parte più stupefacente è costituito dalla parte centrale di quella che era la vecchia moschea. Questo locale è molto esteso, circa 180 metri di lunghezza e 130m di larghezza, che viene però alleggerito da 19 diverse navate suddivise da oltre 850 colonne disposte regolarmente per tutta l’area.

Gli archi che sorreggono le volte hanno una decorazione davvero peculiare, realizzate con colori alternati tra diaspro e marmo, creano un magnifico effetto ottico. Le colonne sono tutte diverse tra di loro, questo perchè furono ricavate dai tantissimi monumenti (o rovine) romane e visigote precedenti alla costruzione della moschea.
