Nel quartiere del Serraglio ad Istanbul si erge il famoso complesso residenziale dei sultani del grandioso Impero Ottomano: il Topkapi. Meraviglia dell’architettura ottomana, questa struttura vanta una collezione di tesori inestimabili, eredità delle moltissime civiltà che in questa città si sono succedute.
Il complesso Topkapi
Situato in una zona strategica, questo complesso residenziale si erge su di un promontorio boscoso che segna il punto di incontro tra il mar di Marmara, il Bosforo ed il Corno d’oro. Per oltre 400 anni questo complesso che comprende una serie di edifici, in particolare il Palazzo centrale, è stato la residenza dei sultani ottomani e delle numerose donne dell’harem.
Il palazzo centrale è attualmente visitabile ed ospita un museo ricco di moltissimi tesori, tra cui numerose collezioni di gioielli e reperti storici di altissimo valore. Il tutto spesso mostrato attraverso le numerose stanze di appartamenti lussuriosi.

Il complesso Topkapi comprende oltre al palazzo centrale anche una serie di padiglioni e di giardini, tra cui anche una grande tenuta, oggi trasformata in un parco pubblico.

Tra i numerosi padiglioni presenti nel complesso Topkapi, il padiglione Bagdad è uno dei più grandi e rappresentativi del periodo di maggior ricchezza e prestigio dell’impero ottomano. Questo padiglione fu costruito dal sultano Murat IV nel 1639 per festeggiare la vittoria militare e la presa della citta di Bagdad.


La storia
Pochi anni dopo la conquista di Bisanzio da parte di Mehmet II, e precisamente tra il 1459 ed il 1465, iniziarono i lavori di costruzione di questo stupefacente complesso. Già all’inizio invece di considerare la costruzione di un singolo palazzo, si è subito concepita l’idea di creare un complesso di padiglioni e cortili, quasi come voler richiamare gli accampamenti di tende che i nomadi ottomani erano soliti stanziare ogni volta che si spostavano di luogo in luogo.

All’interno di questi padiglioni, il sultano svolgeva diverse attività, tra cui l’incontro con ospiti e generali per trattare faccende importanti di stato. Quindi spesso questi padiglioni, ognuno dei quali veniva realizzato ed abbellito per un particolare sultano, contengono al loro interno sublimi decorazioni, esempio di un’architettura e di un artigianato ottomano ai massimi livelli. Ad arricchire il tutto le numerose vetrate colorate che creano degli spettacolari giochi di luce.

I divani, i tappeti e i mobili all’interno dei vari padiglioni sono dei veri capolavori dell’artigianato arabo. I mobili e le porte sono completamente intarsiate di madreperla e legni preziosi provenienti dai luoghi più esotici, formando degli intrecci che solo nell’artigianato arabo ha raggiunto tali livelli di complessità ed eleganza.

Il sultano Abdul Mecit I fu l’ultimo a risiedere nel Topkapi e nel 1853 si trasferì definitivamente nel palazzo di Dolmabahce. Solo parecchi anni più tardi, nel 1924, il Topkapi fu aperto al pubblico come museo.
L’Harem
La parola harem deriva dall’arabo “proibito”, e tale era la zona del complesso del Topkapi in cui risiedevano le mogli, le concubine e i figli del sultano. Gli unici che potevano accedere a questa zona, erano gli Eunuchi Neri, che svolgevano moltissime funzioni, sia come servizio per le concubine che una vera e propria amministrazione dei beni e delle risorse all’interno del complesso.

La vita dell’harem, era praticamente una vita isolata e di grande competizione. In effetti, la media delle concubine che risiedevano nell’harem si aggirava intorno al migliaio, donne di diversa origine, provenivano da moltissime zone compresi gli angoli più remoti dell’impero. Dato il gran numero solo poche di loro potevano aspirare a diventare le favorite del sultano, e magari generargli anche un figlio. Tale evento avrebbe portato al matrimonio, passando così allo stato di moglie del sultano, posizione di altissimo rilievo. Potete immaginare la grande quantità di intrighi giornalieri che avvenivano in questi luoghi. L’harem ebbe fine nel 1909.

Nell’harem inoltre vi era anche un’altra zona, chiamata La Gabbia, in cui venivano relegati tutti i fratelli del sultano. Questo serviva ad evitare molti problemi di successione.
La visita all’harem va prenotata a parte, la mattina presto, dato che gli appartamenti sono visitabili solo con una guida.
Libri consigliati
I segreti di Istanbul. Storie, luoghi e leggende di una capitale – Corrado Augias
Istanbul – Guida della Lonely Planet