Nella zona centrale della Grecia vi è un sito archeologico molto importante: l’antica Delfi. Questo fu un luogo sacro dedicato al dio Apollo e meta di pellegrinaggi da tutta la Grecia antica. Re, condottieri, guerrieri, e semplici cittadini accorrevano dalle molte città-stato della Grecia in cerca di risposte ai loro quesiti, consultando l’oracolo di Delfi. Questo importante centro, come le Olimpiadi, rappresentava una delle occasioni di comunione che accomunava tutti i greci in una singola etnia, anche se sempre in guerra tra di loro.

L’antica Delfi come santuario della paganità
Gli archeologi nel 1892, dopo lunghi studi sull’antica città di Delfi, cominciarono gli scavi e riportarono alla luce una zona molto estesa, tra cui monumenti molto significativi per l’antica civiltà greca: un meraviglioso Teatro, uno stadio, ma soprattutto il tempio di Apollo, dove si trovava il famoso oracolo di Delfi, simbolo religioso di un’intera civiltà. Santificata da una leggenda, Delfi sorse nel luogo in cui si incrociarono le due aquile inviate da Zeus a visitare gli antipodi della terra. In questo modo si volle affermare che la città di Delfi corrispondeva al centro del globo terrestre. A parte i racconti mitici, Delfi era già nota come centro religioso nell’VIII secolo a.C.

Ma la città di Delfi conobbe il suo massimo splendore nel VI secolo a.C. con l’apertura dei Giochi Pitici, un evento che come le Olimpiadi richiamava rappresentanze da tutte le città-stato greche. Tale periodo d’oro durò fino all’invasione Romana nel 191 a.C. Comunque anche sotto i Romani continuò a svolgere le sue funzioni religiose fino al 393 d.C., anno in cui la cristianità venne ufficializzata da Teodosio come unica religione. Il santuario venne così abolito e abbandonato.
L’oracolo di Delfi
All’interno del tempio di Apollo, vi era la Pitia, la sacerdotessa attraverso cui il dio parlava e rilasciava responsi. Una volta raggiunto il tempio, il postulante pagava un tributo (pelanos) e sacrificava un animale su di un altare. Poi poneva una domanda ad un sacerdote del tempio che la riportava direttamente alla Pitia in stato di trance, indotto da vapori emanati da erbe in combustione e rilasciati nella stanza da aperture sulle pavimento. L’oracolo consisteva in poche parole pronunciate dalla Pitia e che il sacerdote doveva poi interpretare e riportare al postulante. Molte volte questi responsi erano ambigui e di non facile interpretazione.

Per esempio, abbiamo il caso del re della Lidia, Creso (regnò da 560 al 546 a.C.) che giunto a Delfi, chiese all’Oracolo un responso sulla riuscita di un guerra contro Ciro il Grande, imperatore della Persia. La Pitia rispose che se avesse attraversato un fiume, avrebbe distrutto un grande impero. Creso, una volta tornato in Lidia, convinto di aver interpretato correttamente l’oracolo, marciò con il suo esercito verso la Persia. Attraversando il fiume Halys provocò una guerra che pose fine al suo impero e non quello di Ciro il Grande.
Il Santuario di Apollo
La zona più importante degli scavi di Delfi, sia dal punto di vista archeologico che storico, è il Santuario di Apollo. Questo complesso di monumenti si sviluppa sul crinale di un colle, e quindi occupa una zona in pendenza attraversata dalla via Sacra, che si snoda tra i numerosi monumenti e le altre rovine del santuario.

La Via Sacra partiva dall’agorà in basso al crinale, e via via salendo, portava al tempio di Apollo per poi terminare al teatro in cima al santuario. Questa strada era originalmente fiancheggiata da circa 3000 statue e moltissimi Tesori. Questi ultimi erano dei piccoli edifici di forma simile ad un tempio, che venivano costruiti lungo la via Sacra dalle diverse città stato greche per ospitare e custodire le offerte dei loro abitanti. Tra questi vi è ben visibile nell’area archeologica il Tesoro degli Ateniesi che fu eretto subito dopo la battaglia di Maratona, e poi riedificato nel 1906.

A metà percorso della via Sacra, proprio nel centro del santuario, sorge il tempio di Apollo. Eretto nel VI secolo a.C., fu poi ricostruito successivamente nel IV secolo a.C. in una versione più imponente. I pochi resti che oggi ammiriamo risalgono appunto a questo periodo. Infatti, durante gli scavi del 1892, gli archeologi francesi che per primi scavarono per analizzarne le fondamenta, decisero di realizzare alcune ricostruzioni al fine di poter dare un’idea approssimativa di come potesse apparire il tempio nell’epoca classica.

Nella parte più alta del santuario di Apollo, al termine della Via Sacra vi è il teatro di Delfi. Questa imponente costruzione in gran parte ricavata dalla cavità del terreno roccioso presente, fu realizzata ben 2500 anni fa. Questo antico teatro ha una capienza di circa 5000 spettatori ed insieme a quello di Epidauro è considerato tra i più belli teatri di tutta la Grecia antica.
Lo Stadio ed i Giochi Pitici
A nord del teatro c’è lo stadio, che si estende in una piccola area pianeggiante proprio sopra il santuario. In questo luogo si tenevano i Giochi Pitici, un evento importantissimo nel calendario delle festività greche, a cui partecipavano rappresentanti delle molte città-stato rivali. Rappresentava infatti un’occasione per rafforzare il legame etnico della nazione greca attraverso della sana competizione.

Lo stadio di Delfi è uno degli stadi meglio conservati della Grecia. Realizzato parzialmente in pietra calcarea del vicino monte Parnaso, ed in parte ricavato direttamente scavando nella roccia, lo stadio si estende per quasi 200 metri. Gran parte della gradinata è intatta anche se risale al periodo romano. Quella meglio conservata della struttura è la gradinata a nord, che era riservata ai presidenti dei giochi e agli ospiti di onore.
Dagli spalti si è stimato che potesse ospitare ben 7000 spettatori, che disposti per tutta la sua lunghezza potevano ammirare le gare di atletica che si svolgevano lungo la pista. I Giochi Pitici si svolgevano ciclicamente ogni quattro anni, nati in combinazione con una manifestazione musicale che si teneva nel teatro di Delfi per celebrare l’uccisione del serpente Pitone da parte di Apollo.

Mentre la poesia e e gli spettacoli musicali rappresentarono il centro della manifestazione, dal 582 a.C. si decise di affiancare tale evento con delle gare di atletica a cui potessero partecipare esponenti di tutte le città-stato greche. L’avvenimento venne così chiamato Giochi Pitici. Gli atleti vincitori di queste gare ricevevano dei premi onorari come la tradizionale corona di alloro e il diritto di avere una statua che lo rappresentasse all’interno del santuario.