Anagni, un centro urbano della Ciociaria, è stata inserita all’interno della storia internazionale, grazie alla presenza della Curia papale, tanto da essere chiamata la città dei papi. Questo legame forte con le vicende storiche si identifica soprattutto con la Cattedrale di Santa Maria, che è stato teatro di moltissimi fatti storici come il pactum anagninum, le scomuniche di Federico Barbarossa e Federico II, le canonizzazioni di San Bernardo di Chiaravalle e di Santa Chiara d’Assisi, e soprattutto il famoso “schiaffo di Anagni“.

Nella zona dell’acropoli della città di Anagni, si erge l’articolato complesso architettonico della Cattedrale di Santa Maria. Questa costruzione fu edificata tra gli anni 1072-1104 ad opera del vescovo Pietro da Salerno, sotto richiesta dell’imperatore d’oriente Michele VII Ducas. La chiesa, che si trova sopra un tempio di epoca romana, sostituì una precedente chiesa di epoca carolingia, di cui furono riutilizzati molti pezzi.

Il nuovo assetto religioso fu frutto delle rinnovazioni che in quegli anni si stavano vivendo in ambito, non solo architettonico, ma anche culturale. Infatti oltre alla cattedrale fu realizzato anche un nuovo edificio annesso che aveva come modello ideologico quello applicato nell’abbazia dell’abate Desiderio a Montecassino.

Altra importante trasformazione architettonica, fu fatta nel 1250, quando il vescovo Pandolfo, decise di trasformare lo stile “romanico” del complesso in un convertito “gotico lombardo”. Furono quindi sostituite le capriate della navata centrale e del transetto con archi che poggiano su pilastri e semicolonne.

Comunque molte caratteristiche rimasero originali, come per esempio la facciata, che nella sua semplicità romanica denuncia la mano delle maestranze cassinesi che intervennero nella prima della costruzione della Cattedrale. La superficie è movimentata da alcune aperture nella parte superiore e dalle tre porte, di cui la centrale è definita porta Matrona.
I motivi decorativi della facciata sono da trovare nei numerosi inserti marmorei provenienti da vari monumenti di epoca romana e dalla precedente chiesa di età carolingia.

Scendendo verso piazza Innocenzo III si può ammirare il fianco sinistro della Cattedrale lungo cui si innalza, dopo la Cappella Lauri e il Battistero, la Loggia delle Benedizioni. Un tempo accessibile dalla piazza tramite un’ampia scalinata distrutta nell’Ottocento, è sovrastata dall’edicola con la statua di Bonifacio VIII.

Subito dopo vi è la Cappella Caetani, che venne completata nel 1296 per volere di papa Bonifacio VIII, addossando un nuovo corpo di fabbrica alla navata sinistra della chiesa, allo scopo di accogliere le spoglie di alcuni personaggi legati alla figura del pontefice anagnino, di Bonifacio e della sua discendenza familiare. Oltrepassando la Cappella Caietani, si arriva alle absidi. In stile romanico lombardo, quella centrale offre una caratteristica loggetta cieca nella parte superiore, decorata da colonnine e materiali marmorei.

Ritornando alla facciata, si erge immediatamente davanti ad essa, quasi occultandola, il campanile, alto 30 metri, è anch’esso totalmente in stile romanico. La struttura viene alleggerita dalla presenza di monofore, bifore e trifore in ordine ascendente. Venne restaurato nel 1938 quando all’interno di esso venne installato un castello di ferro, che sopporta il peso di cinque campane.

All’interno, l’aspetto attuale della chiesa è la conseguenza dell’imponente serie di lavori a cui fu sottoposta tra il 1231 e il 1255. Questi portarono alla nuova codifica delle arcate in linguaggio gotico e alla messa in opera del pavimento cosmatesco, splendido “tappeto di preghiera” opera di Cosma e del figlio, Luca e Jacopo.

Ma nel Seicento il vescovo Seneca apportò cambiamenti ancora più radicale, trasformando la chiesa in stile barocco: coprendo le capriate con volte a botte, rimuovendo il coro e coprendo gli antichi affreschi. Dopo altri interventi a fine ‘800, fortunatamente tra il 1938 ed il 1940 fu ripristinato l’aspetto originario del duomo, eliminando molte “forzature” barocche.