Il Quartiere Murat di Bari si estende immediatamente a ridosso dell’antica città medievale, ed insieme ad essa vanno a costituire l’odierno centro urbano. Il quartiere prese il nome da Gioacchino Murat (1767-1815), maresciallo di Napoleone Bonaparte, che ne commissionò i lavori e né inaugurò la costruzione. Oggi questo quartiere conserva molti capolavori architettonici dell’inizio del XX secolo che ancora oggi si possono ammirare passeggiando per le vie di Bari.
Il rilancio economico di Bari agli inizi del 1900 con il quartiere Murat
La città di Bari è stata per lunghi secoli ristretta all’interno delle sue mura medievali, strutturata con piccole vie tutte intorno alla Basilica di San Nicola. Ma agli inizi del 1800, e ancor di più con l’unità d’Italia fu forte l’esigenza urbanistica di sviluppare un nuovo quartiere che portasse sviluppo ed innovazione a quella che era una delle città più importanti del Sud Italia.

Bari fu, nei diversi periodi storici, considerata il porto d’Oriente, e con tale spirito, agli inizi del Novecento, la si volle rilanciare. Molti personaggi facoltosi e di rilievo della nuova e fiorente economia barese commissionarono la costruzione di palazzi privati. Questi palazzi dovevano mostrare lo sfarzo e la ricchezza di questa nuova classe commerciale totalmente indirizzata ai mercati orientali. Allo stesso tempo, si realizzarono alcune opere pubbliche di intrattenimento e di amministrazione del commercio di pari livello architettonico.
Teatro Margherita
Costruito su palafitte nell’ansa del vecchio porto tra il 1912 ed 1914 su progetto dell’ingegnere Francesco De Giglio, il teatro Margherita è il primo edificio realizzato a Bari con struttura in cemento armato. L’edificio poggia su pilastri isolati fondati in acqua, e completamente circondato dall’acqua era collegato alla terraferma da un pontile.

Nella seconda metà degli anni ’20 con l’aggiunta del solaio di calpestio del Circolo della vela e con la successiva colmata del lungomare, il Margherita abbandona l’aspetto di costruzione sospesa sull’acqua. Il teatro venne danneggiato sia dal bombardamento del 1943, sia dall’esplosione della nave Henderson del 1945. Ristrutturato negli anni ’50, fu adibito a cinema. L’edificio, le cui influenze stilistiche richiamano all’art nouveau, è a pianta rettangolare.

Teatro Petruzzelli
Il prestigioso teatro, costruito tra il 1898 ed il 1903 dai fratelli Antonio ed Onofrio Petruzzelli su progetto dell’ingegnere Angelo Cicciomessere, è il massimo contenitore culturale della città di Bari.

La sua maestosità e la ricchezza degli ornati lo posero a livello dei grandi teatri storici italiani. Con una capacità di 4000 posti, il celebre teatro fu inaugurato il 14 febbraio del 1904. Attualmente si sono conclusi i lavori di ripristino del teatro alle sue funzionalità dopo la distruzione causata dal grave incendio del 1991.

Palazzo Fizzarotti
Progettato per conto del banchiere Emanuele Fizzarotti dagli architetti Cesare Augusto Corradini ed Ettore Bernich nel 1906, il palazzo presenta una facciata in stile neogotico con forti riferimenti al gotico veneziano, specie nelle decorazioni musive a tinte vivaci unite all’oro realizzate da maestranze venete.

Le opere decorative esterne sono state curate dall’ingegnere Francesco Sansone, mentre le decorazioni interne sono opera dell’architetto Corradini. Il terzo piano, aggiunto successivamente, presenta un coronamento a loggia nel quale si sviluppa una lunga fila di archetti riccamente decorati.

La facciata che presenta un portale ogivale riccamente ornato sormontato da una trifora con balconcino a colonnine, è delimitata ai lati da due slanciate torrette sormontate da fantasiose cupole. Le sculture sono opera dello scultore barese Giovanni Favia.

Il vestibolo del palazzo, doviziosamente affrescato, lascia intravedere un piccolo cortile con al centro una fontana. Particolarmente interessante è la decorazione della sala di rappresentanza che presenta immagini sul tema delle Arti e del Lavoro, con allegorie del Commercio, dell’Industria e delle attività connesse.

Il Palazzo dell’Acquedotto Pugliese
I lavori del Palazzo dell’Acquedotto Pugliese, affidati all’ingegnere Cesare Brunetti, dipendente dell’ufficio tecnico dell’Acquedotto, cominciano nel 1927 per essere ultimati nel 1932.

Lo stile architettonico a cui si ispira Brunetti è il romanico pugliese, che meglio si integra con la tradizione locale e che trova espressione visibile, oltre che nei materiali anche nei molteplici elementi decorativi, ispirati ai più famosi monumenti architettonici della Puglia.

Il palazzo è la tangibile espressione dell’antico, grande progetto di portare l’acqua in Puglia e rendere produttiva una terra cronicamente assetata, migliorando le condizioni di vita dei suoi cittadini. La storia di questa impresa scritta nella pietra è raccontata con simbolica efficacia dal genio di Dulio Cambellotti, artista romano di spessore internazionale, attraverso una ricca galleria di dipinti murali, sculture, mobili e altre forme decorative.

L’edificio è sede del Museo dell’Acqua: oltre alle sale con i pregiati manufatti, intarsiati con motivi che riecheggiano temi e suggestioni legati al mondo dell’acqua, una sezione storica mostra strumenti e apparecchiature degli anni passati, che suggeriscono un fascinoso viaggio alle radici di una storia ultracentenaria, non solo del lavoro e dello sviluppo ma anche della società e della cultura pugliesi.

Palazzo Mincuzzi
Realizzato tra il 1926 ed il 1928 su progetto dell’architetto Forcignanò e dell’ingegnere Gaetano Palmiotto, il palazzo è diventato il simbolo dell’attività commerciale barese.

L’edificio presenta una notevole fastosità di decoro che lo fa apparire come il manifesto della ricchezza. Le colonne della facciata gli conferiscono un gradevole aspetto di leggiadria, mentre l’interno è dominato da un grande spazio libero centrale che unifica i piani affacciati sulla sala disposti come palchi di un teatro.
