Il Parco dei Mostri di Bomarzo - Ogni pensiero vola

Il Parco dei Mostri di Bomarzo

A poco più di un chilometro dal piccolo borgo di Bomarzo, sorgei il Parco dei Mostri, una delle attrazioni più affascinanti e particolari della Tuscia. In questo parco, voluto da Vicino Orsini, signore del luogo, vi sono moltissime sculture che rappresentano ninfe, animali e divinità di proporzioni colossali che riempiono gli ambienti boschivi del parco, dando al visitatore un fascino magico, surreale.

Il Parco dei Mostri di Bomarzo - Ogni pensiero vola
L’Orco in “Ogni pensiero vola”

Il Parco dei Mostri nasce sul finire del Cinquecento su richiesta di Vicino Orsini. E’ proprio in questo periodo che ritornano di moda le narrazioni fantastiche, i vecchi miti, gli animali esotici e la voglia di scoprire il mondo ancora non conosciuto. Furono proprio questa nuova tendenza che affascinò a tal punto il signore Pier Francesco Orsini, detto Vicino Orsini da voler realizzare un parco vicino al suo palazzo, destinato al divertimento degli ospiti e dei nobili che venivano spesso in visita.

Il Parco dei Mostri di Bomarzo - La casa inclinata
La Casa Pendente

Vicino Orsini fu una persona di ampie vedute, come guerriero passò spesso la sua vita in terre straniere, dove fu anche prigioniero per anni in Francia. Ebbe numerosi contatti e dopo la morte della moglie Giulia Farnese, decise di dedicare a lei un parco tematico, da lui chiamato “boschetto”, dove venissero incarnate fisicamente tutte queste “fantasticherie” attraverso delle sculture. Chiamò quindi una serie di architetti, tra cui Bartolomeo Ammannati, Raffaello di Montelupo, Pirro Ligorio, e forse anche Vignola, per studiare e realizzare tale opera.

Il Parco dei Mostri di Bomarzo - Sculture su mitologie classiche
Sculture della mitologia classica

Questo gruppo di architetti fu incaricato di arricchire il parco che si estendeva al di sotto del Palazzo, rendendolo in qualche modo magico, misterioso, e che potesse in qualche modo stimolare la fantasia e la voglia di ignoto alle persone dell’epoca. Furono realizzate quindi tutta una serie di sculture e giochi di acqua, utilizzando il materiale tufaceo del luogo. Grotte, insenature, boschi, e sentieri erano le vie studiate per affascinare il visitatore e per stupirlo.

Il Parco dei Mostri di Bomarzo - Gli elefanti di annibale
Gli elefanti di Annibale

Interessante è il messaggio lasciato inciso sulla Panca Etrusca destinato a tutti i visitatori, come invito al fascino e allo stupore del luogo. “Voi che pel mondo gite errando, vaghi, di veder meraviglie alte e stupende, venite qua dove son facce horrende, elefanti, leoni, orsi, orchi e draghi.

Il Parco dei Mostri di Bomarzo - Animali e draghi
Draghi e fiere

Ma questa è solo una delle frasi lasciate all’interno del parco. Infatti moltissime sculture riportano scritte emblematiche, spesso utilizzate per stupire e allo stesso tempo confondere il visitatore. Vi è anche una serie di studiosi che hanno cercato di trovare un filo logico al simbolismo utilizzato nelle sculture, ai numerosi indizi e tracce lasciate all’interno del parco. Sono stati ritrovanti moltissimi riferimenti nella letteratura dell’epoca, ma molti misteri sono rimasti ancora tali.

Il Parco dei Mostri di Bomarzo - Dività classiche
Divinità classica

Il parco dei Mostri andò avanti fino alla morte dell’ultimo principe Orsini. Poi senza più persone influenti ed interessati al fascino del mistero, il parco venne abbandonato. Per secoli le sculture rimasero sepolte dalla selva incurata del luogo a riposare indisturbata fino a dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando fu rivalorizzato e restaurato dalla coppia Giancarlo e Tina Severi Bettini, che ne scoprirono il fascino e lo restituirono alla collettività. Oggi l’accesso al parco è aperto a tutti, previo l’acquisto di biglietti, ed è meta di migliaia di visitatori ogni anno. E anche di studiosi che ancora cercano di carpirne i segreti rimasti celati.

Il Parco dei Mostri di Bomarzo - Sfingi con le frasi emblematiche
Una delle sfingi : “Tu ch’entri qua pon mente parte a parte et dimmi poi se tante maraviglie sien fatte per inganno o pur per arte”

Questo parco con tutte le sue opere fu visitato nel Cinquecento da moltissimi artisti e si presume che diede molti stimoli allo stile barocco che da lì a pochi anni si sarebbe esteso in tutta Europa. Anche dopo la riapertura, il suo fascino artistico è rimasto in alterato, e fu meta ed attrazione per molti artisti del Novecento, a cercare forse spunto per le loro opere, tra cui la visita di Salvador Dalì nel 1948.

Il Parco dei Mostri di Bomarzo - Il tempietto
Il tempietto

I coniugi Bettini dedicarono tutta la loro vita alla ripresa del parco, e furono talmente affascinati da questa opera che decisero di essere sepolti all’interno di essi, nel tempietto, che a parer di molti fu anche il sepolcro di Giulia Farnese, la nobildonna a cui questo parco fu dedicato.