Il lago Trasimeno è con i suoi 124 Km quadrati, il lago maggiore dell’Italia peninsulare. Di origine tettonica, pur essendo molto esteso (perimetro di 54 km) ha una profondità molto bassa (media 4.72 m) raggiungendo un massimo di 6.30m. Il lago è dotato di tre piccole isole: isola Maggiore, isola Minore e isola Polvese.

L’isola Polvese, con i suoi 69,60 ettari, è la più estesa delle tre isole. Il suo punto più alto raggiunge i 313 m slm. L’isola è facilmente raggiungibile da qualsiasi centro costiero del lago, ma la maggior parte delle navi partono dalla vicina San Feliciano, con numerose corse giornaliere.

Numerosi oliveti ricoprono i versanti più caldi ed assolati, mentre il lato a nord si presenta interamente coperto da un bosco di lecci. Le rive sono caratterizzate dalla presenza di piante acquatiche come la cannuccia palustre che forma estesi, ma discontinui, tratti di canneto. L’isola Polvese è interessante, non solo per gli aspetti naturalistici, ma anche per le sue complesse vicende storiche, testimoniate dai numerosi edifici religiosi e da un castello.

Il Borgo Polvese
Con il termine Borgo si definisce l’insieme degli edifici che, nel tempo, hanno preso il posto dell’antico villaggio che si estendeva tra il castello di San Giuliano e la chiesa di Santa Maria della Cerqua. Oggi infatti le costruzioni hanno un assetto gentilizio, frutto dell’epoca moderna, che però ha mutato enormemente l’aspetto del precedente insediamento fatto di umili residenze di pescatori ed agricoltori.

Le antiche case erano difatti molto umili, di forma quadrata e dotate di un solo vano, con il pavimento in terra battuta ed un tetto a due falde, una piccola porta ed una finestrella che fungeva anche da camino per la fuoriuscita del fumo. Oggi il borgo è dominato dalla villa patronale, iniziata da Biagio Biagiotti e terminata dal Conte Citterio. Oggi questa villa è utilizzata per ospitare gruppi organizzati, seminari e convegni.

Il Castello
Nella zona sud-ovest dell’isola, in prossimità del Borgo, sorge un Castello, di cui si cita l’esistenza già in documenti ufficiali del XV secolo. La fortificazione è costruita su di un pendio, presentando una pianta irregolarmente pentagonale. Il mastio è rivolto verso la sommità dell’isola ed è in posizione dominante rispetto al resto della costruzione. Da esso si protende la cinta muraria,con cinque diverse torri, ed una sesta torre a protezione della porta d’ingresso.

Nel Rinascimento, il Castello fu riorganizzato con l’introduzione dei cannoni e di aperture laterali sulle torri e sulle mura. L’interno si presenta terrazzato, con assenza di edifici destinati alla vita quotidiana. Molto probabilmente, il castello polvesano non è stato mai una residenza signorile, ma solo luogo destinato come difesa e rifugio per gli abitanti dell’isola.

Chiesa di San Giuliano
A pochi metri dal Castello sorge la piccola Chiesa di San Giuliano. Questo monumento medievale è di antichissima origine, la cui esistenza fu confermata in antichi documenti del 1028. La piccola chiesa aveva nel suo perimetro una fascia di terreno (sacrario) usato per seppellire i morti.

All’interno sono presenti, sulle pareti absidali, alcuni affreschi di scuola umbra risalenti al ‘400, con rappresentazioni di alcuni santi, tra cui anche San Giuliano. Inoltre sono presenti altre pitture murali di tipo votivo, stratificate in molti strati d’intonaco difficilmente databili. Era infatti usanza presso le famiglie meno abbienti, commissionare a pittori locali alcuni dipinti murali in memoria dei defunti.

Giardino dei Ninfei
Dal Borgo Polvese, salendo verso la parte più alta dell’isola, si raggiunge il Giardino dei Ninfei. Realizzato negli anni ’50, questa zona umida consiste da diversi stagni di acqua, Ninfei, popolati da numerose specie acquatiche vegetali ed anfibi: un’altra oasi naturale per tutti i visitatori dell’isola.

La storia e le attività agricole dell’Isola Polvese
Prima del XIII secolo, l’attività prevalente era la pesca. Poi si cominciò lo sfruttamento agricolo dell’isola, con la suddivisione del territorio in boschi, oliveti, piccoli orti e campi di grano. I terreni appartenevano ai privati, anche se il Comune di Perugia vi avanzava diritti di proprietà per cui i polvesani pagavano un canone di affitto in natura, donando una parte dei prodotti ricavati dall’agricoltura.

Questo passaggio dalla pesca alla coltivazione, fu molto probabilmente condizionato dal Comune di Perugia, che ne scelse anche le tipologia di coltura. La crescita di popolazione nel XIII secolo, e quindi del fabbisogno, spinse le autorità dell’epoca a cercare e a sfruttare il più possibile le risorse dell’epoca. Nello statuto del 1279 del Comune di Perugia, il più antico ritrovato, si vietava ai coloni di abbandonare la terra e di andare a vivere in città. Inoltre vi sono molte indicazioni sulle colture da praticare come per esempio la presenza delle vigne sull’isola Polvese e la loro utilità: “… poichè il vino rallegra il cuore degli uomini ed il lago ne minaccia la salute, desideriamo, per poter conservare la salute degli stessi uomini, che abbiano abbondanza di vino…”.

Da un registro del 1282, gli abitanti dell’isola non erano meno di 450 persone. Tale andamento rimase costante fino alle sanguinose vicende della Guerra di Castro (1641-1647) che spinsero molti degli isolani a trasferirsi sulla terraferma. Nel censimento 1656 risultarono solo 86 persone residenti sull’isola. Tale decremento continuò nei secoli a venire, soprattutto negli anni dal 1840 al 1973, in cui le pochissime famiglie contadine rimaste subirono le numerose trasformazioni dell’isola da parte dei diversi proprietari che la videro in alternanza riserva di caccia o terreni di coltura.

L’attività religiosa sull’Isola Polvese
Sull’isola Polvese sono esistiti, fin da prima dell’anno Mille, edifici religiosi. Le ragioni dell’elevato numero di chiese (San Secondo, San Giuliano, San Leonardo, Santa Maria della Cerqua) derivano dalla tranquillità del luogo, lontano dai predoni e dai briganti e dal fatto che le grandi chiese abbaziali traevano il loro sostentamento dalle chiese minori accrescendo il proprio potere politico al pari della grande aristocrazia laica.

Il Monastero di San Secondo
Rispetto al porto, percorrendo l’intera isola per tutta la sua lunghezza, sorge un complesso monastico dedicato a San Secondo composto da una chiesa ed un monastero sviluppato su due piani. Questo comlesso fu realizzato nel 1482 a seguito del decreto di Papa Sisto IV. Qui i monaci Olivetani si diedero ad una vita completamente dedicata alla preghiera e all’isolamento.

La loro attività principale era l’agricoltura, coltivando i terreni fertili circostanti e raccogliendo le numerose olive prodotte dai numerosi oliveti sparsi nelle parti più alte dell’isola. Molti dei loro prodotti agricoli, compresi anche una grande quantità di cera e miele venivano però destinati alle Abbazie dominanti come pagamento dei vari tributi.

Tra gli avvenimenti più importanti del monastero vi fu la visita del pontefice Pio II. “Adì 19 Febbraio 1459 partì il papa da Perugia, et andò con tutta la sua corte a isola Polvese; et alloggiò a San Secondo a spese della nostra comunità e alli 20 andò verso Siena.”

L’attività religiosa dei monaci Olivetani sull’isola Polvese proseguì fino al 1624, anno in cui tutti i monaci furono trasferiti a Perugia. Il complesso fu abbandonato e lasciato alle intemperie. Oggi della Chiesa rimangono solo delle rovine, mentre parte del monastero è stato ristrutturato.