L’Acropoli di Alatri, detta Civita, è posta nel cuore del centro storico, sulla cima del colle. Innalzata sulla viva roccia, assecondando l’orografia del terreno, ostenta con orgoglio, ancor oggi a distanza di millenni, tutta l’imponenza e la solidità costruttiva tipiche dell’antica architettura ciclopica.

L’antica Aletrium e l’acropoli
Alatri, l’antica Aletrium, era una delle più importanti città fortificate di epoca preromana. Le sue origini vengono fatte risalire intorno al VII secolo a.C. ad opera del popolo degli Ernici. Intorno alle imponenti mura, nel corso dei secoli, si è sviluppata una civiltà ricca di storia, di tradizioni e di cultura, le cui testimonianze sono tutt’ora ben visibili.

Ad Alatri quindi sono presenti due cinte murarie: quella interna che circonda l’acropoli, e quella esterna che circonda il centro abitato. Entrambe le mura, nei tratti più antichi originali, si presentano come maestose fortificazioni in opera poligonale, chiamate appunto mura ciclopiche.

La cinta muraria interna protegge e caratterizza l’Acropoli, ed è provvista di due entrate di accesso poste ai lati opposti, la Porta minore e la Porta maggiore. Le mura sono costituite da diversi strati di megaliti polimorfi, provenienti dalla stessa collina e fatti combaciare perfettamente ad incastro senza l’ausilio di calce, malte o cementi.

Una volta all’interno dell’acropoli, quello che oggi si può ammirare è un grosso piano a giardino alberato, su cui nel punto più alto, a dominare l’acropoli, vi è la Concattedrale di San Paolo Apostolo, al cui interno si conservano preziosi reperti cosmateschi del 1222, le reliquie e la statua di San Sisto I e la celebre reliquia del Miracolo Eucaristico dell’Ostia Incarnata (1227-1228).

Tra l’Acropoli ed il perimetro irregolare della cinta muraria esterna (oggi totalmente inglobato all’interno degli edifici), si raccoglie il centro storico, che ricalca nei suoi tratti essenziali il primitivo insediamento della città preromana, su cui s’innesta in modo prevalente l’articolazione urbanistica dell’impianto medievale.

L’intero tessuto urbano è caratterizzato da una fitta trama di vie strette e tortuose, talora impostate in forte pendenza, che si diramano, tra antiche costruzioni e caseggiati più moderni

Il Portico di Betilieno Varo
Sulla via di accesso che dal centro urbano sale verso l’acropoli vi sono le tracce di quello che una volta era il monumentale portico d’accesso di epoca romana. Edificato dal censore Lucio Betilieno Varo nella seconda metà del II sec. a.C., il portico fu una delle testimonianze degli interessi di Roma per il centro di Aletrium, rientrando in un ambito di trasformazione urbanistica e di rinnovamento edilizio che interessò le maggiori costruzioni pubbliche.
Attuale Ricostruzione
Purtroppo di questa magnifica opera, oggi, non rimane che il tracciato alla base. Infatti l’imponente struttura porticata fu distrutta nel 543 d.C. durante l’assedio e la devastazione della città da parte del re ostrogoto Totila. Di tale opera se ne perse ogni testimonianza fino al 1885, quando in occasione della demolizione dell’antico Monte Frumentario sul pendio roccioso della Porta Minore dell’Acropoli, fu riportato alla luce il tratto iniziale del basamento, grazie al fondamentale apporto dell’archeologo Pietro Rosa, cui oggi è dedicata la piazza adiacente.