Di una chiesa dedicata a San Lorenzo vi è da sempre stata traccia nel sito dove attualmente è ubicata la Basilica di San Lorenzo Maggiore. Probabilmente di origine paleocristiana, i suoi lavori di ricostruzione nella chiesa attuale, furono iniziati nel 1235, anno in cui papa Gregorio IX la concesse al nuovo ordine dei frati francescani.

I lavori di ricostruzione proseguirono molto lentamente, anche con i fondi di Carlo I d’Angiò che ne sovvenzionò gran parte. In questi anni si intervallarono diverse manovalanze che poi si rispecchieranno nella diversità di stili con cui la chiesa è stata edificata. Le prime maestranze francesi di re Carlo eressero l’abside ed il deambulatorio in stile gotico francese, mentre la navata ed il transetto, realizzati in epoca successiva, presentano invece uno stile gotico italiano, più consono ai gusti francescani.

Dopo l’Unità d’Italia, si attuarono tutta una serie di restauri e consolidamenti della struttura, che aveva subito nei secoli precedenti diversi danneggiamenti dovuti a rivolte, come quella di Masaniello nel 1647, e terremoti, abbastanza frequenti a Napoli. Durante tali opere si cercò di ripristinare per quanto possibile, l’aspetto originale all’interno della chiesa, rimuovendo le aggiunte e le decorazioni barocche, eccezion fatta per alcune cappelle laterali, che conservano tuttora le fattezze barocche originali. In particolare, il Cappellone di Sant’Antonio, ricavato nel transetto sinistro della chiesa, è un’opera davvero sontuosa e riccamente decorata. La sua costruzione si fa risalire al 1623 e conserva molte opere pittoriche del Seicento.

Di fattura completamente opposta, si presenta invece il vicino deambulatorio che circonda l’altare centrale, con le sue altissime arcate acute, in stile gotico francese. In corrispondenza di ciascuna arcata si affaccia una cappella, ognuna delle quali arricchita con frammenti scultorei e lastre tombali, che ne accentuano il loro aspetto gotico ed austero. Tra queste cappelle, di particolare interesse è la prima, dove si trova il sepolcro di Caterina d’Austria, moglie del duce Carlo di Calabria, figlio del re Roberto d’Angiò.
