Le origini della Basilica di San Francesco di Paola a Napoli, la chiesa che si affaccia su Piazza del Plebiscito a Napoli, sono abbastanza peculiari rispetto alle altre chiese della città. Il progetto originale voleva un’edificio per le assemblee popolari che si affacciasse sulla nuova piazza, il tutto a rivalorizzare il centro di Napoli per volere di Gioacchino Murat, il cognato di Napoleone e nuovo Re di Napoli. Poi ritornati i Borboni, il progetto dell’edificio fu sostituito con l’attuale chiesa, la cui cripta avrebbe dovuto ospitare le future tombe dei Borboni. Ma Ferdinando II fu l’ultimo sovrano e quindi la chiese non ebbe mai tale destino.

Dopo la presa del potere di Napoleone in quasi tutta Europa, molte furono le monarchie spodestate dai loro regni. A Napoli fu destinato a sostiture i Borboni, Gioacchino Murat, cognato di Napoleone, che la governò in un breve periodo che va dal 1808 al 1813. Nonostante questo limitato periodo di tempo, Murat intraprese alcuni progetti per valorizzare la capitale del suo nuovo regno: Napoli. Il palazzo reale, per esempio, era completamente circondato da un agglomerato di edifici che ne nascondeva (“quasi soffocava”) la bellezza. Murat decise di ricostruire tutta l’area circostante, valorizzando il più possibile il centro di una delle più importanti capitali dell’epoca.

Sulla facciata opposta al mare, decise di abbattere tutti gli edifici per realizzare un ampio spiazzo vuoto, che diventerà Piazza del Plebiscito. Un’area adatta per ospitare gli eventi, le cerimonie solenni e le parate militari che una capitale doveva ostentare al mondo intero. Tra i vari progetti proposti, fu scelto quello di Leopoldo Laperuta: sul lato opposto della piazza, di fronte alla facciata del palazzo reale, fu deciso di realizzare un portico ellittico a colonne al cui centro realizzare un ampio edificio destinato ad ospitare assemblee pubbliche. I lavori iniziarono nel 1809, ma Murat non fece in tempo a vedere il concludersi dei lavori, dato che nel 1913 fu cacciato dalla città.

Nel 1915 Ferdinando II di Borbone ritornò a Napoli come sovrano. Ripreso in mano la situazione della città, decise di sfruttare il progetto in corso, applicando alcune modifiche. All’architetto Pietro Bianchi fu commissionata la progettazione di una nuova Basilica al posto dell’edificio centrale del colonnato dorico già realizzato. Come stile, l’architetto volle riprodurre il Pantheon di Roma. Realizzò quindi una chiesa a pianta circolare sormontata da un’ampia cupola di 53 metri di altezza. Fu scelto di dedicare tale edificio a San Francesco di Paola.

La facciata della Basilica è perfettamente integrata nel colonnato dorico, e anticipata da una breve scalinata realizzata con marmo bianco di Carrara. Rifacendosi allo stile classico, presenta un pronao di 6 colonne, questa volta ioniche, anch’esse realizzate con lo stesso marmo. Sopra l’architrave si trova un timpano triangolare sui cui vertici svettano 3 sculture: San Francesco di Paola a cui è dedicata la chiesa, San Ferdinando di Castiglia in onore del re, e una personificazione della Religione.

Dalla facciata si può accedere all’interno attraverso 3 portali, che una volta superati ci si ritrova in un atrio rettangolare, un’area che introduce gradualmente alla parte circolare centrale della chiesa. Ai due lati dell’atrio vi sono disposte due cappelle, visibili dall’esterno con le due cupole che affiancano quella centrale.

La parte centrale copre un diametro di 34 metri e presenta un pavimento riccamente decorato di marmi colorati, che creano interessanti effetti geometrici. La parete perimetrale è scandita dalla presenza di ben 34 colonne corinzie anch’esse in marmo. In alto, sopra il livello base, si affacciano delle tribune, utilizzate dalla famiglia reale per assistere alle funzioni religiose. La simmetria della chiesa è rotta dalla presenza di altre 3 cappelle che si affacciano sulla parte circolare, due a sinistra e una a destra.

L’interno della chiesa, a parte il pavimento in marmo, non mostra una grande ricchezza decorativa, rimanendo strettamente fedele ad uno stile neoclassico, piuttosto austero. Tutte le sculture e le pitture presenti seguono fedelmente tale stile, solo l’altare si differenzia dallo stile generale: realizzato nel 1885 fu ottenuto da un precedente altare del XVII secolo presente nella chiesa di SS.Apostoli. Sono infatti i giochi geometrici, l’alternanza degli elementi architettonici, il contrasto delle luci tra le strutture in rilievo e quelle in ombra a caratterizzare la bellezza di questa chiesa. Bisogna quindi guardare questa chiesa con un occhio ben diverso da quello con cui si misurano le altre chiese di Napoli.

Da recenti restauri effettuati nel 2018 alla chiesa, si è scoperto un ampio ipogeo che si estende al di sotto della basilica. Tale spazio doveva essere destinato ad ospitare tutte le tombe dei futuri regnanti della famiglia Borbone, sostituendo da tale compito l’antica basilica di Santa Chiara. Ma gli eventi storici portarono in un’altra direzione, e Ferdinando II fu l’ultimo sovrano dopo l’unificazione dell’Italia e la fine del Regno di Napoli.