Nata come colonia romana, lungo la via Emilia, vi è la città di Piacenza. Anche se trascurata dai percorsi turistici che coinvolgono le altre città dell’Emilia, come la vicina Parma, Piacenza conserva nel suo centro storico monumenti interessantissimi, in parte legati alla famiglia Farnese, che governò questa città nel XVI secolo, ed in parte ai numerosi eventi storici importantissimi come l’incontro tra Federico Barbarossa ed i rappresentanti della Lega Lombarda. Una città da gustare con calma e scoprila piano piano.

Piazza dei Cavalli ed il Palazzo Gotico
Il cuore storico e civile di Piacenza è Piazza dei Cavalli, chiamata così per le due statue equestri che si trovano al centro della piazza. Nel XIII secolo, si valorizzò il centro storico di Piacenza costruendo nel punto di incontro delle vie principali una “Piazza Grande” in contemporanea alla costruzione di altri due importanti monumenti come il Palazzo Gotico e la Chiesa di San Francesco, entrambe che si affacciavano sulla piazza.

Dopo il medioevo altre importanti costruzioni modificarono l’assetto generale della piazza. Nel Seicento fu realizzato il Collegio dei Mercanti, mentre nella fine del Settecento si costruì il neoclassico Palazzo del Governatore.

L’edificio di maggior prestigio e più antico storicamente è proprio il Palazzo Gotico. Realizzato negli anni a seguire il 1281, anno in cui partirono i lavori di costruzione, il Palazzo Gotico fu voluto da Alberto Scoto, capo dei mercanti e signore della città. L’opera rimase però incompiuta, e fu completata solo la parte a nord, cioè proprio quella che si affaccia su Piazza dei Cavalli.

Il Palazzo è caratterizzato a livello del terreno da un grande portico ad archi acuti, con 5 archi sulla facciata e 3 su ciascuno dei due lati. Questo livello è completamente rivestito di pietra bianca con decorazioni in marmo rosso di Verona. Mentre il livello superiore, realizzato in mattoni, è anch’esso caratterizzato da una serie di finestroni in archi a tutto sesto che fungono da cornice e racchiudono trifore e quadrifore in sequenza asimmetrica ed in numero diverso rispetto al piano terra. Infine sulla sommità del palazzo vi è una grande merlatura a coda di rondine.

Costruita parallelamente al Palazzo Gotico vi è la vicina Chiesa di San Francesco, per volere del Umbertino Landi. La chiesa è stata realizzata in stile gotico lombardo e rivestita principalmente di mattoni, senza particolari decorazioni marmoree, eccettuato il portale che conserva nella sua lunetta una rappresentazione scultorea delle Stigmate di San Francesco risalente probabilmente al 1480.

Oltre al portale, dello stesso periodo (XV secolo), vi sono anche il rosone, la cuspide, e le due guglie. Lo stile generale della chiesa vuole volutamente richiamare l’architettura monastica della Borgogna cistercense, come l’omonima basilica bolognese. Anche all’interno la chiesa si presenta piuttosto spoglia, suddivisa in tre navate con volte a crociera. La navata principale è formata da 5 campate, separata dalle due navate laterali con una serie di archi a sesto acuto.

Palazzo Farnese
Nella parte marginale del centro storico, si trova il Palazzo Farnese, costruito intorno al 1560 per volere della duchessa Margherita d’Austria, moglie di Ottavio Farnese. Una così solenne residenza sarebbe stata perfetta come simbolo di potenza della famiglia ducale e utilizzarla a scopo di rappresentanza. Per il progetto fu incaricato l’architetto Jacopo Barozzi, detto il Vignola.

La famiglia Farnese era ritornata da poco al potere e la costruzione di un imponente palazzo-fortezza sarebbe stato il luogo perfetto per impersonare la potenza ducale. Il Vignola realizzò anche gli altri palazzi per la famiglia Farnese, come quello a Caprarola e a Roma commissionati dal cardinale Alessandro Farnese (1520-1589) futuro papa Paolo III.

Fu scelto di utilizzare il castello visconteo, realizzato da Galeazzo Visconti nel 1352, come base per la costruzione del nuovo palazzo. Quasi metà del complesso attuale conserva ancora le fattezze del castello visconteo, dato che solo metà del progetto del Palazzo è stato realizzato. Infatti i lavori furono fatti partire nel 1561, con il proposito di sostituire le mura viscontee con quattro diverse ali del maestoso palazzo.

Ma i lavori si conclusero nel 1602, ancora incompiuti, data la mancanza di fondi. Si arrivò solo alla realizzazione di poco meno della metà del progetto voluto dal Vignola. Negli anni a seguire, i Farnese si estinsero ed i beni della famiglia passarono ai Borbone. Nel 1734 Carlo di Borbone (1716-1788), divenuto re di Napoli, decise di portare nella nuova capitale partenopea tutti i quadri, le opere e gli arredi che si trovavano all’interno del palazzo. Il resto delle ricchezze rimaste all’interno furono saccheggiate dalla truppe napoleoniche nel 1803.
Duomo di Piacenza
I lavori per la realizzazione del Duomo di Piacenza, cioè la cattedrale di Santa Maria Assunta e Santa Giustina, iniziarono nel 1122 per volere del vescovo de’ Garbielli, che ne volle costruirne una nuova al posto di una precedente distrutta nel 1117 a causa di un forte terremoto. I lavori si protrassero per almeno un secolo.

Il lungo periodo di costruzione portò a realizzare una chiesa in stile romanico lombarda, ma con alcuni nuovi elementi gotici inseriti negli ultimi anni della sua realizzazione. Il campanile edificato nel 1333, fu l’ultimo ad essere realizzato, e nel 1341 fu aggiunta una scultura di un angelo sulla sua sommità. L’angil dal dom è una statua in rame dorato opera del piacentino Pietro Vago.

Gli affreschi barocchi all’interno, opere di Ludovico Carracci e Camillo Procaccini, furono realizzati nel XVI secolo insieme ad una serie di lavori di restauro e consolidamento della cattedrale. Altri affreschi ancora sono stati realizzati dal Morazzone e dal Guercino introno al 1625.

Basilica di Sant’Antonino
Altra imponente chiesa nel centro storico di Piacenza è la Basilica di Sant’Antonino. La chiesa sorge sulle basi di una chiesa realizzata nel periodo romano, risalente al 400 e realizzata dal vescovo di Piacenza Savino per ospitare le reliquie del Santo Antonino.

La chiesa ebbe funzione di cattedrale fino all’850, poi nel 869 vi fu sepolto Lotario II, il re della Lotaringia, di ritorno da Roma. Purtroppo, data la sua posizione marginale rispetto alla città, si trovò fuori le mura difensive durante l’invasione degli Ungari che la danneggiarono gravemente.

Fu così che, nel 1014, il vescovo di Piacenza Sigifredo inizio la ricostruzione dell’edificio cambiando totalmente l’impianto originale della chiesa. La chiesa fu estesa su tre navate, ed il campanile ottagonale fu innalzato aggiungendo tre ordini di bifore. Sul lato settentrionale della chiesa, troviamo il portale del Paradiso, su cui sono raffigurati Adamo ed Eva, e realizzato per commemorare l’incontro tra Federico Barbarossa ed i delegati della Lega Lombarda, che si tenne proprio in questa chiesa.

Nel 1483 entro a far parte della complesso, anche un chiostro. E nel 1495 il soffitto ligneo a capriate fu sostituito da volte gotiche esapartite. Tra il 1600 ed il 1900 furono apportate molte modifiche agli interni, con l’aggiunta di decorazioni in stile barocco, e poi successivamente in neogotico. Fortunatamente nel 1925, grazie all’opera dell’architetto piacentino Giulio Ulisse Arata, si iniziarono dei lavori di restauro atti a rimuovere tutte queste decorazioni e poter così ripristinare l’aspetto originale della chiesa.
