Roma - Portico d'Ottavia - fronte

Portico di Ottavia ed il Ghetto di Roma, i tesori del Rione Sant’Angelo

Nella zona del Rione Sant’Angelo a Roma, a poca distanza dalle sponde del Tevere, ci sono due luoghi assolutamente da visitare: il Portico d’Ottavia, dei resti di un antico mercato romano, ed il Ghetto di Roma, l’area che per svariati secoli fu destinata al confino degli ebrei che risiedevano nella città. Situati lungo la stessa via, chiamata appunto via Portico d’Ottavia, si possono visitare entrambe, riportandosi a casa, un pezzo di storia dell’antica capitale.

Ghetto di Roma - Sinagoga - Tempio Maggiore
Ghetto di Roma – Sinagoga – Tempio Maggiore

Il Portico di Ottavia

Il Portico di Ottavia è un antico edificio romano situato nel Rione Sant’Angelo di Roma, non lontano dal Ghetto. Il portico venne costruito nel II secolo a.C. dal generale Marco Porcio Catone per ospitare il mercato delle spezie e dei tessuti. L’edificio fu poi ricostruito e ampliato nel 27 a.C. dall’imperatore Augusto in onore della sua sorella, Ottavia, la quale fu anche la moglie di Marco Antonio. Il Portico di Ottavia, in particolare, venne eretto per celebrare la vittoria di Ottavia su Cleopatra, la quale avrebbe minacciato il dominio romano sull’Egitto.

Roma - Portico d'Ottavia
Roma – Portico d’Ottavia

Il Portico di Ottavia era un grande edificio a due piani con 44 colonne in stile dorico. Al suo interno vi erano negozi e botteghe che vendevano spezie, tessuti, profumi e oggetti di lusso provenienti da tutto il mondo romano. Il mercato del Portico di Ottavia era uno dei più importanti di Roma e attrasse numerosi visitatori. Nel Medioevo, il Portico di Ottavia fu convertito in una chiesa, la Chiesa di Sant’Angelo in Pescheria, ma fu poi abbandonato e utilizzato come cava di materiale edile. Nel corso dei secoli, l’edificio subì vari danni e demolizioni, ma parti del portico rimangono ancora oggi visibili, come le colonne e le arcate.

Roma - Portico d'Ottavia - vista laterale
Roma – Vista laterale del Portico d’Ottavia

Nel XIX secolo, il Portico di Ottavia fu restaurato e alcune parti dell’edificio furono ricostruite. Oggi, il portico ospita il Museo ebraico di Roma e alcune attività commerciali, e rappresenta uno dei monumenti più importanti e visitati del centro storico di Roma.

Il Ghetto di Roma

Il Ghetto di Roma è stata una zona residenziale del centro storico di Roma, in cui gli ebrei furono costretti a vivere tra il 1555 e il 1870. La decisione di istituire un ghetto a Roma fu presa dal Papa Paolo IV nel 1555 con la bolla pontificia “Cum nimis absurdum“. Questa decisione fu una delle conseguenze di un’atmosfera di antisemitismo che si stava sviluppando sempre di più in Europa. Fu scelta una zona di Roma che fu poi delimitata da mura e porte, in cui la popolazione ebraica romana fu costretta a vivere.

Ghetto di Roma - Vie del ghetto con ristoranti
Ghetto di Roma – vie e ristoranti

La scelta della zona da adibire a ghetto ricadde nell’area del Rione Sant’Angelo, vicino al Tevere. Era una zona di poco valore all’epoca, e situata in una zona periferica, ma non troppo distante, tanto per poterla tenere sotto controllo. Infatti, tale zona, fino al 1555 era una zona malfamata, dove evasi, mendicanti e prostitute si rifugiavano in queste zone dove si trovavano edifici abbandonati e disabitati. L’area fu “bonificata” e delimitata da una cinta di mura e che comunicava all’esterno tramite un solo portone, che veniva tenuto chiuso durante le ore notturne.

Palazzi del Ghetto di Roma

La scelta di creare un ghetto fu molto probabilmente dovuta principalmente a ragioni politiche e religiose. Nel XVI secolo, l’Italia era un insieme di stati indipendenti, e le autorità romane temevano che gli ebrei potessero diventare una sorta di “quinto stato” all’interno della città. Inoltre, il papa Paolo IV era convinto che gli ebrei rappresentassero una minaccia per la fede cattolica e che la loro presenza avrebbe potuto causare il proselitismo tra i cristiani. Quindi la realizzazione di un ghetto avrebbe in qualche modo separato gli ebrei dalla società romana, limitando il più possibile il loro contatto con i cristiani. In questo modo, si sperava di ridurre l’influenza degli ebrei sulla società romana e di proteggere la fede cattolica.

Ghetto di Roma - Botteghe all'interno del ghetto
Ghetto di Roma – Botteghe all’interno del ghetto

La zona scelta, denominata in seguito “ghetto di Roma” comunque fu un area delimitata, uno stretto spazio in cui tutti gli ebrei della città, indipendentemente dal loro numero, dovevano vivere. Quindi questa zona fu caratterizzata da edifici alti e stretti, in cui la popolazione ebraica era costretta per eseigenze di spazio, a vivere in condizioni estremamente precarie. Le famiglie furono così costrette a condividere piccoli spazi, e l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici era limitato. Gli ebrei a Roma si occupavano strettamente di attività commerciali, che però, con l’istituzione del ghetto, furono circoscritte all’interno di esse, inoltre in quanto tali, gli ebrei furono costretti a pagare tasse speciali per il commercio e per la propria residenza.

Ghetto di Roma - Vicolo costaguti
Ghetto di Roma – Vicolo costaguti

Nonostante tutte queste avversità, nel corso dei secoli, il ghetto di Roma divenne un importante centro culturale ebraico. Gli ebrei di Roma si distinsero per la loro cultura, che si esprimeva attraverso la musica, la poesia e la filosofia, divenendo infatti uno dei ghetti più importanti d’Europa. Tuttavia, la vita nel ghetto rimase difficile e oppressiva fino alla fine del XIX secolo.

Nel 1870, con l’unificazione italiana, furono abrogate le leggi che obbligavano gli ebrei a vivere all’interno del ghetto. Tuttavia, la comunità ebraica di Roma continuò a vivere nel ghetto fino alla Seconda Guerra Mondiale. Durante il regime fascista, gli ebrei furono nuovamente perseguitati, e molti furono deportati nei campi di concentramento nazisti.

Ghetto di Roma - parete
Ghetto di Roma – parete con sculture e mosaici

Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, il ghetto di Roma è stato trasformato in una zona turistica e culturale, e la comunità ebraica di Roma è ancora oggi una delle più importanti d’Europa. Il ghetto di Roma rimane un simbolo del passato e dell’oppressione degli ebrei in Italia, ma anche della loro cultura e della loro capacità di resistere e prosperare nonostante le avversità.