Appartenente al primo nucleo duecentesco del Palazzo dei Priori a Perugia, la grande Sala dei Notari fu in origine ideata come sede delle assemblee popolari. Successivamente, la volontà di celebrare sia i successi in campo economico e politico, sia i miti sull’origine etrusco-romana di Perugia, portarono questa sala a rappresentare il cuore di Perugia.

Il Palazzo dei Priori a Perugia è forse una delle opere più belle e maestose del Medioevo italiano. Al suo interno oltre alla Galleria Nazionale dell’Umbria, si trova la Sala dei Notari. Sulla facciata rivolta verso Piazza IV Novembre, vi è una scalinata con un ingresso che porta direttamente alla sala.

La Sala di vaste dimensioni, considerando l’epoca di costruzione (1293 – 1443), si presenta con delle volte a tutto sesto, con forti decorazioni pittoriche che la riempiono in ogni suo elemento. Nessun riquadro è lasciato vuoto, tutto a rappresentare i miti, i valori, le ispirazioni di una delle città medievali più importanti del centro Italia.

Sulla parete di fondo vennero dipinti gli stemmi dei Podestà e dei Capitani del Popolo di Perugia. Le pareti laterali vennero ripartite in due registri sovrapposti che si suppone dovessero accogliere rappresentazioni narrative sulla storia antica della città. La sala fu probabilmente immaginata interamente dipinta con scene di carattere celebrativo e narrativo, cercando di tradurre in campo laico i cicli degli affreschi pregiotteschi e proto-giotteschi della Basilica Superiore di Assisi.

Se la composizione nell’insieme rimanda alla chiesa di Assisi, le singole rappresentazioni attingono invece ad un repertorio di immagini provenienti dalle bibbie atlantiche, dai romanzi cavallereschi, da “fabliaux” e dai bestiari. Molto forte è soprattutto il legame con l’arte paleocristiana delle catacombe romane, forse tramandata attraverso disegni e miniature, all’epoca molto diffuse nel territorio umbro.

I cicli degli affreschi rappresentano episodi biblici, temi eroici e cavallereschi e fiabe di Esopo. Queste ultime costituiscono il tema principale della decorazione pittorica della sala con ben undici episodi: il lupo e l’agnello, il cane che porta la carne, il lupo e la gru, la volpe ed il corvo, la volpe e l’uva, il leone e la volpe, il cane ed il lupo, la volpe ed il cane, la volpe e l’aquila, il cinghiale ed il lupo, il toro ed il leone. La favolistica esopica, largamente diffusa nel medioevo, stava a significare modelli di comportamento, di etica e di moralità.