Trento ed i suo palazzi rinascimentali

Trento ed i suoi splendidi palazzi rinascimentali

Trento nota a tutti per il famoso Concilio ecumenico svoltosi nel periodo Rinascimentale, e soprattutto per il suo Spumante Metodo Classico, poco invece è nota per i suoi splendidi Palazzi Rinascimentali che abbelliscono il centro storico. Gli affreschi sulle facciate sono una ricca eredità che dal Cinquecento sono giunti sino a noi per raccontarci la vita ed i gusti di un’epoca lontana.

Trento ed i suo palazzi rinascimentali

Palazzo Tabarelli

L’edificio rappresenta uno dei migliori saggi dell’architettura rinascimentale di Trento ed è in forte connessione con analoghe architetture bolognesi e ferraresi. Il paramento a bugnato, realizzato in pietra bianca e rosata, è un caso unico nelle residenze cinquecentesche della città. Venne edificato su preesistenze medievali tra il 1512 ed il 1521 come residenza della nobile famiglia Tabarelli de Fatis.

Trento - Palazzo Tabarelli
Trento – Palazzo Tabarelli

I medaglioni in pietra, opera coeva del veronese Alessio Longhi, cui si deve anche il progetto del palazzo, raffigurano personaggi illustri. Sei di questi furono aggiunti a metà del Settecento, quando venne ultimata la parte superiore della facciata. Nella sottostante area archeologica si conservano tracce di un isolato urbano della Tridentum Romana.

Palazzo Saracini Cresseri

La regolarità compositiva della facciata colloca il palazzo tra i migliori esempi dell’architettura rinascimentale cittadina. Nella disposizione simmetrica delle aperture primeggia la grande quadrifora centrale con i due balconi in pietra che incorniciano il portale a tutto sesto, opera di grande valore formale.

Trento - Palazzo Saracini Cresseri
Trento – Palazzo Saracini Cresseri

La decorazione pittorica a finto bugnato e fregi risale alla fine del XIX secolo. Eretto dai Saracini verso la metà del Cinquecento, l’edificio passò alla fine del secolo successivo ai baroni Cresseri, signori di Castel Pietra.
Una lapide murata all’interno ricorda che nel 1777 vi morì il duca di Gloucester, fratello di re Giorgio III d’Inghilterra. Nella seconda metà dell’Ottocento il palazzo fu rimaneggiato e restaurato dai Pedrotti, che lo abitarono fino al 1954, anno in cui fu acquistato dalla Società degli Alpinisti Tridentini.

Palazzo Salvadori

Il palazzo venne edificato all’inizio del Cinquecento, nel luogo ove sorgeva l’antica sinagoga ebraica, dal maestro lombardo Lucio di Pietro. E’ un coerente e tipico esempio delle trasformazioni rinascimentali dell’edilizia urbana. La cappella interna, ora sconsacrata, fu decorata nel 1770 dal pittore bolzanino Carl Henrici.

Trento - Palazzo Salvadori
Trento – Palazzo Salvadori

I due medaglioni in pietra che sovrastano i portali d’ingresso, opere settecentesche dello scultore Francesco Oradini, raffigurano il Martirio e la Gloria del Simonino: le due scene si riferiscono a un infanticidio rituale, in realtà mai avvenuto, di cui fu accusata nel 1475 la comunità ebraica trentina, che fu per questo perseguitata e dispersa.

Palazzo Cazuffi

Il palazzo è situato nell’antica contrada di San Benedetto, uno degli assi viari importanti della città rinascimentale. Nella seconda metà dell’Ottocento vennero apportate modifiche al pian terreno che ne hanno alterato l’originaria fisionomia.

Trento - Palazzo Cazuffi
Trento – Palazzo Cazuffi

Le decorazioni pittoriche raffigurano allegorie fluviali, festoni di fiori e frutta e, nel registro superiore, le Storie di Rebecca, tratte dal libro della Genesi: sono attribuite all’artista bresciano Lattanzio Gambara. Durante il Concilio nel palazzo dimorarono il vescovo di Piacenza Catalano Trivulzio ed il giurista spagnolo Francisco de Vargas.

Palazzo Balduini

La struttura originaria dell’edificio è ancora gotica, ma ha subito, nel corso dei secoli, vari interventi, l’ultimo dei quali nell’Ottocento con la creazione di nuove aperture sulla facciata. I raffinati affreschi con motivi a festone sono databili alla seconda metà del Quattrocento e vanno ricondotti alla cultura figurativa veronese: si tratta di uno dei primi esempi di decorazione pittorica esterna di un edificio residenziale.

Trento - Palazzo Balduini
Trento – Palazzo Balduini

Nel locale sotterraneo sono visibili elementi di un muro di età romana e un rocco di colonna, a testimonianza della continuità edilizia in un’area posta a ridosso delle mura della romana Tridentum.

Palazzo Quetta Alberti-Colico

La facciata è caratterizzata dalla sovrapposizione di affreschi cinquecenteschi a preesistenze quattrocentesche. Motivi floreali e fregi all’antica denotano l’influenza sensibile del colorismo veneto. La partitura del prospetto, frutto dell’accorpamento di due preesistenti lotti medievali, è arricchita dall’inserimento del balconcino con bifora e della trifora in asse con il portale, sovrastato dal monogramma di San Bernardino sorretto da due angeli scolpiti a rilievo.

Trento - Palazzo Quetta Alberti-Colico
Trento – Palazzo Quetta Alberti-Colico

Durante il Concilio il palazzo ospitò varie personalità tra cui i cardinali legati Girolamo Seripando, famoso teologo agostiniano, e Bernardo Navagero, vescovo di Verona.

Palazzo Thun

Il palazzo è una delle più significative residenze gentilizie della città. Per quattro secoli, a partire dal 1454, fu proprietà della famiglia Thun, il cui stemma campeggia sugli spigoli della facciata e sulla chiave d’arco del portale. Il prospetto sull’antica via Larga presenta tracce di una decorazione a finto bugnato.

Trento - Palazzo Thun
Trento – Palazzo Thun

Accorpato ad altri edifici, venne radicalmente rinnovato a metà del XVI secolo. Fu utilizzato per alcune congregazioni nella fase finale del Concilio di Trento, quando ospitò i cardinali legati Ercole Gonzaga e Giovanni Morone. Essenziali opere di restauro, dirette dall’architetto bresciano Rodolfo Vantini, si svolsero a partire dal 1831. Nel 1873 fu acquistato dal Comune di Trento diventando sede municipale.

Palazzo Geremia

L’edificio, costruito a cavallo tra XV e XVI secolo, si segnala come uno dei primi esempi compiuti dell’architettura rinascimentale trentina e anticipa molte soluzioni adottate nei palazzi di epoca clesiana. L’anonimo pittore che affrescò la facciata manifesta una cultura figurativa affine a quella veronese e vicentina di fine Quattrocento. In evidenza temi storico-morali quali: l’incontro dell’imperatore Massimiliano I con la cittadinanza, la ruota della Fortuna, Marco Curzio a cavallo, il sacrificio di Muzio Scevola e di Lucrezia.

Trento - Palazzo Geremia
Trento – Palazzo Geremia

Anche l’inquadramento degli elementi in pietra, scandito dalle eleganti quadrifore, riporta a schemi tipici della coeva architettura veneta. Durante l’ultima fase del Concilio di Trento, nel palazzo dimorò il cardinale legato Ludovico Simonetta, vescovo di Lodi.

Palazzo Fugger Galasso

Detto anche Palazzo del Diavolo, da una leggenda citata da J.W.Goethe del 1786, sorse nel 1602 per volere di Georg Fugger, discendente della potente famiglia dei banchieri di Augusta e marito della nobile trentina Elena Madruzzo.

Trento - Palazzo Fugger Galasso
Trento – Palazzo Fugger Galasso

Fu eretto, in un severo e solenne stile classico, su disegno dell’architetto bresciano Pietro Maria Bagnadore (1550-1619) e in seguito acquistato dal maresciallo imperiale Mattia Galasso. L’annessa cappella, dedicata ai Martiri Anauniesi, fu eretta nel 1607 dallo stesso Bagnadore, che ne eseguì anche la decorazione pittorica, mentre i pregevoli stucchi si devono al comasco Davide Reti.

Palazzo Meli Del Monte

Posizionato all’angolo tra via del Suffragio e via San Marco, nel quartiere tedesco della città, l’edificio fu eretto tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento. L’unitarietà del progetto e la ricchezza delle decorazioni in pietra, tra cui si segnalano tre eleganti balconi, lo distinguono quale esempio dell’evoluzione dalle forme dell’architettura tardo-gotica verso i caratteri del più maturo Rinascimento.

Trento - Palazzo Meli Del Monte
Trento – Palazzo Meli Del Monte

Di grande interesse è il ciclo affrescato, raffigurante le Fatiche di Ercole, figure di Sapienti e fregi fitomorfi. Fu realizzato da un anonimo pittore tra il 1515 ed 1519.