L’unicità di Alberobello è legata strettamente alla particolare presenza dei trulli. Diffusi in tutto il territorio circostante, i trulli trovano una elevata concentrazione in questo particolare centro urbano. Se ne contano infatti quasi 1500 al suo interno.

Il fascino quindi di Alberobello è proprio quello di passeggiare lungo le diverse vie e viuzze dei due rioni (Monti e Aia piccola), completamente avvolti da costruzioni in pietra e calce bianca, dalle forme rotonde e orientaleggianti. Atmosfera che solo qui si può trovare. Proprio per questo motivo Alberobello è stata dichiarata nel 1996 Patrimonio mondiale dell’umanità da parte dell’UNESCO.

La Storia di Alberobello
La zona di Alberobello, prima della nascita del centro abitato vero e proprio, era nota fino a due secoli fa come Selva , dal suo nome latino Silva Arboris Belli, oggi italianizzato nel nome di Alberobello.
Il paese, ma soprattutto i trulli diffusi anche nel territorio circostante devono la loro origine al feudatario Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona (Conversano, 1600 – Barcellona, 14 maggio 1665).

Questo nobile, feudatario sia della Contea di Conversano (20° conte) che del Ducato di Nardò (7° duca), signore quindi dell’intera zona, era spinto dall’esigenza di incrementare lo sviluppo locale, spinto dalla fertilità e dalla ricchezza del territorio. Ma il nobile non possedeva l’autorizzazione regia a fondare nuovi centri abitato.

A tal proposito, escogitò un escamotage emanando un decreto in cui si imponeva ai contadini di costruire abitazioni a secco. I contadini del luogo, infatti, erano esperti da secoli nell’uso delle pietre di scarto, che sparse ed abbondanti venivano continuamente rimosse dai campi coltivati. Spinti quindi da questo decreto, cominciarono a creare, grazie alla loro esperienze, delle abitazioni dalla forma davvero peculiare: i trulli.

I trulli erano funzionali alle esigenze del nobiluomo, dato che consentivano, in caso di ispezione regia, di poter essere smantellate in pochissimo tempo. E dopo l’ispezione, di poterle ricostruire in poco tempo.

Con gli anni, queste costruzioni divennero sempre via via più elaborate, creando quello stile inconfondibile che ritroviamo ancora oggi nel centro di Alberobello. Infatti nel 1797, con la caduta della contea di Conversano, il decreto decadde, e fu possibile riutilizzare la malta per sigillare e stabilizzare definitivamente i muri dei trulli.

I trulli
Queste costruzioni hanno una struttura davvero particolare che ne ha da sempre caratterizzato il particolare fascino. L’asimmetria e l’irregolarità delle loro strutture, vengono ammorbidite dalle dolci linee curve che ne garantiscono una evidente armonia.

La materia prima dei trulli non è altro che pietra. Pietre calcaree che furono rimosse con pazienza nei campi destinati alla coltivazione per essere utilizzate poi come materia prima. Qui i contadini, storicamente esperti nella preparazione dei muri a secco, hanno saputo sfruttare un materiale di scarto e di impedimento nella coltivazione, non solo per creare dei muri a secco con cui limitare le loro proprietà terrene, ma soprattutto per creare queste abitazioni davvero degne di essere conservate.

Alcune delle pietre di struttura più massiccia vengono utilizzate prettamente per i muri e le pareti dei vari trulli, oggi ricoperti di calce bianca. Mentre altre, adatte per essere tagliate in forma piatta (pietre dette chiancarelle) vengono destinate ad un uso più artistico. Intrecciate tra di loro, e disposte con arte una sopra l’altra, queste pietre andranno a formare le cupole dei caratteristici tetti dei trulli, che a sigillo verranno bloccate da dei massi di forma particolare chiamati pinnacoli.

I simboli dei trulli
I pinnacoli, in cima alle costruzioni, danno ai trulli un aspetto ed una eleganza molto orientale. Le varie forme di questi blocchi di pietra si ispirano a simbologie mistiche o religiose. Infatti parte di queste forme sono una eredità culturale delle antiche popolazioni salentine che abitavano il luogo.

Oltre ai pinnacoli vi sono su molti tetti dei trulli dei simboli disegnati con la calce. Anche questi ricollegano ad antiche tradizioni e credenze, simbologie magiche provenienti da rituali e simboli in parte cristiani ed in parte propri di antiche popolazioni primitive locali.