Vicino alla foce del Po, nella zona chiamata Polesine vi è la città di Rovigo, che sebbene non sia meta privilegiata di turisti, date le vicine Venezia e Ferrara, offre ai suoi visitatori alcuni monumenti di interesse. Una città che merita una deviazione di un pomeriggio, per passeggiare nel suo centro storico e magari godersi un aperitivo in piazza.
Storia di Rovigo
Le prime documentazioni certe che testimonino l’esistenza di Rovigo risalgono al 838, in cui la si riferisce come “villa que nuncupatur Rodigo”, cioè un borgo rurale di nome Rodigo (l’attuale Rovigo) che sorgeva sulle sponde dell’Adigetto, all’epoca un vero e proprio fiume, oggi un piccolo canale interrato sotto il centro storico.

Dal XII secolo e per altri due secoli a venire, questo borgo fu sotto il dominio degli Estensi che la dotarono di una possente cinta muraria, collegate ad una fortezza esistente, realizzata nel 954 dal vescovo di Adria e di cui oggi rimangono solo due torri. Nel 1482 Rovigo entrò a far parte dei territori della Repubblica di Venezia. Poi dopo l’invasione delle truppe napoleoniche, ci fu il passaggio all’Austria ed infine nel 1866 al Regno d’Italia.

Il Castello di Rovigo, la Torre Donà e la cinta muraria
Del castello realizzato da vescovo di Adria nel lontano 954 d.C, non rimangono che alcune parti che sono oggi state trasformate in un giardino pubblico, dove svettano ancora imponenti due torri sopravvissute (Torre Donà e Torre Mozza) che sono diventate il simbolo della città di Rovigo. Anche della cinta muraria non rimangono che alcuni tratti, oggi facilmente riconoscibili per le porte che ancora si ergono intorno al centro storico.

La Torre Donà (dal nome della famiglia in seguito proprietaria dell’immobile nel 1598) è una delle torri medievali più alte d’Italia con i suoi 51 metri di altezza. Svetta imponente insieme all’altra Torre Mozza, o Torre Grimani (dal nome dei proprietari successivi alla famiglia Donà dalla metà dell’800).

La Rovigo fortificata era munita di cinque porte, ciascuna su una delle strade di accesso al borgo storico. Le più antiche, risalenti al dominio degli Estensi (XII-XIV sec) erano quelle di San Bartolo, di Arqua e di San Giovanni. Le altre due, le porte di Sant’Agostino e di San Francesco, furono realizzate successivamente nel XVI secolo sotto la Repubblica di Venezia. Esiste anche una sesta porta, di piccole dimensioni a ridosso del castello, vicino alla torre mozza, chiamata il Portello.

Tra le varie porte notevole dal punto di vista archietttonico è la Porta di San Bortolo, dal nome del borgo che si trovava immediatamente fuori. Perfettamente conservata, conserva ancora i suoi tratti prettamente medievali, anche profonde ristrutturazioni furono eseguite nel 1482 dal Doge di Venezia, Giovanni Macenigo, il cui stemma è riportato sulla porta. La sua esistenza oggi si deve al nobile Luigi Veronese, proprietario sia della porta che del grazioso palazzetto addossato ad essa. Infatti costui si rifiutò di cedere alle offerte di demolizione della porta per ingrandire la strada sottostante.

Piazza Vittorio Emanuele II
Se le due torri sono il simbolo della città di Rovigo, Piazza Vittorio Emanuele II ne è invece il suo cuore. Luogo prediletto da tutti i rodigini, l’antica Piazza Maggiore è da sempre stato il luogo in cui svolgere le attività civili e commerciali della città. Circondata dai caratteristici portici già nel XIII secolo, conserva ancora oggi l’impronta urbanistica ricevuta in epoca medievale.

La piazza è arricchita da importanti palazzi dotati di porticati al piano terra, tra cui spicca la quattrocentesca Loggia dei Notari. Questo splendido edificio deve il suo nome al luogo in cui i notai di Rovigo svolgevano i loro compiti già prima del 1286. Il piano terra è caratterizzato dallo scalone esterno opera dei ferraresi Tristani. Le caratteristiche aperture ad arco che definiscono il piano superiore risalgono al XVI secolo, mentre la collocazione della statua raffigurante la Madonna dello scultore veronese Giulio Mauro e la chiusura delle finestre del loggiato superiore risalgono al 1792. A fianco della Loggia spicca la Torre dell’Orologio, ricostruita nel 1790, nella quale fu inserita la campana del mastio del Castello.

Tra i palazzi che si affacciano sulla piazza abbiamo monumenti di un discreto interesse come il Palazzo Roverella (sede oggi della Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi), il Palazzo Roncale di epoca rinascimentale, l’Accademia dei Concordi sorta nel 1508 per volere del conte Gaspare Campo ed il palazzo del Corpo di Guardia austriaco (1853).

Il Palazzo Roverella è un imponente edificio in stile rinascimentale fatto costruire nel 1474 dal cardinale Bartolomeo Roverella. Il palazzo doveva mostrare a tutti la ricchezze ed il prestigio raggiunto in quegli anni dalla famiglia dei Roverella, stabilitasi a Ferrara, ma originaria di una località vicino Rovigo. Oggi, il palazzo è sede della Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi e del Seminario Vescovile.

Anche il Palazzo Roncale fu edificato per manifestare le ricchezze e l’ascesa sociale della famiglia Roncale, trasferitasi in Polesine dalle valli bergamasche. Questo palazzo in stile rinascimentale, fu edificato tra il 1550 ed il 1562 e attribuito all’architetto veronese Michele Sanmicheli, che per contrapporsi al già esistente palazzo roverella, potenziò l’effetto estetico dotandolo di massicci ed ariosi portici in bugnato che danno su un vasto atrio interno.

La particolare struttura che chiude l’angolo sud-ovest di Piazza Vittorio Emanuele II, all’incrocio con via Cesare Battisti, è l’ex Corpo di Guardia austriaco. Edificato tra il 1853 ed il 1854 su progetto di Giovanni Battista Meduna, l’edificio colpisce per l’insolita prospettiva angolare. La struttura è caratterizzata da un peristilio a sei arcate intervallate da lesene, sormontate da altrettanti pilastri che sorreggono statue con trofei militari.

Il Tempio della Beata Vergine del Soccorso
A ridosso dell’antica cinta muraria vi è il Tempio della Beata Vergine del Soccorso detto La Rotonda. Questa imponente struttura risale al XVI secolo, e fu voluta dalle autorità cittadine dell’epoca per onorare il ritratto di una Madonna con Bambino, ritenuta miracolosa, grazie al superamento della pestilenza del 1575. Progettata nel 1594 da Francesco Zamberlan, questa chiesa venne realizzata utilizzando elementi architettonici già esistenti, prelevati dai vecchi ponti che attraversavano l’Adigetto e da parti delle Mura cittadine.

La sua struttura è a pianta ottagonale circondata da un portico che oggi è un museo lapidario contenenti reperti provenienti da conventi e chiese soppresse dalle leggi napoleoniche. Il suo campanile è alto ben 57 metri e fu progettato nel 1655 dall’architetto Baldassarre Longhena e completato nel 1773.
Duomo di Santo Stefano
Altro grande ed imponente edificio religioso di Rovigo è il Duomo di Santo Stefano, intitolata al santo papa martire. Situato nella parte più antica della città, nonostante l’aspetto odierno questa chiesa fu la prima a sorgere a Rovigo come una semplice parrocchia e da essa poi si sviluppò intorno il primo borgo abitato. Si hanno infatti documenti che attestano l’esistenza di tale chiesa già nel 964.

L’aspetto attuale della chiesa è dovuto completamente a dei lavori di ricostruzione effettuati nel Settecento da Vincenzo Bellettato di Fratta, che però non terminarono, lasciando la facciata incompleta. Di fronte alla facciata, nel piazzatale antistante la chiesa, un tempo di dimensioni molto più ampie, sorgeva il Battistero, detto il “Dometto”, in seguito demolito.