Nel bel mezzo di piazza Roma a Monza sorge l’Arengario, un edificio medievale del XIII secolo costruito per svolgere le funzioni di Palazzo Comunale. Qui si proclamavano i decreti alla popolazione, qui ci si incontrava per affari e per eventi importanti. Oggi questo edificio è adibito a spazio espositivo, ma rimane ancora il cuore e lo spirito della città di Monza.

Arengario di Monza
L’Arengario fu edificato verso il 1250 ai margini del Pratum magnum, la piazza storica dove si svolgeva in quel periodo il mercato rionale. Nel Medioevo, il cuore della vita sociale era caratterizzato proprio dal mercato, e quale miglior posto per edificare il nuovo Palazzo Comunale? Fu questo, infatti, il proposito dell’allora podestà Bono, che spinto da diverse necessità decise di avviare la costruzione di questo imponente edificio.

La causa principale fu probabilmente la scomunica papale che Bono ricevette nel 1250. Prima di questa data, il podestà poteva sfruttare i porticati affacciati sulla piazza del Duomo per svolgere le proclamazioni di decreti e altri atti pubblici. Fu quindi necessario, non solo per il podestà, ma anche per i magistrati municipali, utilizzare una sala per tali eventi.

I lavori vennero completati nel 1293 come proclama una targa in latino su cui si può leggere: “Questa opera fu fatta il mese di giugno 1293, sotto il regime del nobile e potente milite Pietro Visconti, podestà del borgo di Monza“.

Si costruì una struttura a due piani, con la base completamente a portico, in grado di funzionare come estensione coperta del mercato, ed un primo piano, con un’unica grande sala coperta a capriate di legno, destinata alle adunanze ed assemblee. Inoltre, da questa sala, si apre un balconcino a loggetta (la “parlera“) dalla quale si leggevano i decreti emanati dal Comune alla popolazione.

Il portico al piano terra è caratterizzato da un ampio porticato ad arcate a sesto acuto, sorretto da 18 massicci pilastri in pietra, suddivisi su tre file da sei. Adibito come parte coperta del mercato, il portico custodiva i campioni di unità di misura ufficiali, che venivano utilizzati come base di misura per i commercianti (oggi si trovano all’ingresso della biblioteca).

L’accesso originale alla sala superiore, oggi adibita ora a sala d’esposizione per mostre d’arte e rassegne culturali, era situato sul fianco orientale dell’edificio. Le scale esterne, oggi non più presenti, sono state sostituite da delle scale di metallo, e l’uscita utilizzata come uscita di emergenza. Oggi l’accesso ufficiale avviene attraverso le scale interne della torre campanaria.

Altro elemento di rilievo della struttura è la torre campanaria che risale al XIV secolo. Posta sul lato nord, presenta una merlatura ghibellina, questo per esprimere il simbolo dell’autonomia comunale verso il papato. Nella parte centrale ospita un’orologio, realizzato nel 1347 da Giovanni Dondi, e che fu uno dei primi orologi a ruota installato in Italia.
